
I governanti tremano mentre le masse nepalesi cercano di distruggere il sistema
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12 Settembre 2025Nell’incontro NATO tenutosi all’Aia dal 24 al 26 giugno, Trump ha imposto ai vassalli europei di innalzare le spese militari al 5% del PIL. Meloni e i partner UE si sono messi sull’attenti e hanno detto “Signorsì”.
L’argomento principale è che bisogna difendere l’Europa da una possibile invasione della Russia, una prospettiva del tutto inverosimile. È così che diversi governi NATO hanno inaugurato una massiccia campagna sulla futura invasione dell’Europa da parte di Putin, considerata non solo possibile ma persino probabile.
Il “civile e democratico” governo svedese, ad esempio, ha mandato a tutte le famiglie un opuscolo a dir poco scioccante, intitolato In caso di crisi o di guerra, (tradotto in italiano dall’Associazione PuntoCritico) in cui ci sono delle vere e proprie perle: “Bisogna cominciare ad accumulare scorte alimentari, imparare a smaltire gli escrementi se manca l’acqua, prepararsi ad evacuare in un rifugio antiaereo, spiegare la guerra ai bambini, ripararsi dall’uso di armi nucleari, chimiche o biologiche…”
Inutile dire che tutto questo serve a giustificare il piano ReArm della Von der Layen di 800 miliardi di euro per rafforzare la difesa europea contro la minaccia russa, in un contesto in cui gli USA non garantiscono più la loro protezione. Lo ha confermato il segretario generale della NATO, Mark Rutte, che ha invitato ad aumentare del 400% le spese per la difesa o in alternativa “imparare tutti a parlare il russo”.
Questa la propaganda della classe dominante. Ma la domanda più importante che dobbiamo farci è: servirà tutto questo a far ingoiare alla classe lavoratrice e ai giovani l’escalation militare?
Secondo Demopolis, prevale nettamente la contrarietà al riarmo e al piano Von Der Leyen: appena il 30% degli italiani si dice favorevole, mentre oltre 6 italiani su 10 bocciano il piano.
Più nello specifico, rispetto a un possibile coinvolgimento italiano in Palestina al fianco di USA e Israele, la risposta è netta: “appena il 19% pensa di sì, mentre il 75% si dichiara contrario a un coinvolgimento diretto”. D’altra parte a fine maggio Demopolis aveva rilevato un crollo verticale della percentuale di chi si diceva fiducioso su una conclusione diplomatica delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente: dal 66% al 25% per il fronte a Kiev (dati dal novembre 2024 al maggio 2025) e dal 30% al 12% per quanto riguarda la Palestina, nello stesso periodo di tempo.
E di fatto è quanto sta emergendo nelle manifestazioni che si stanno diffondendo in tutto il paese, cominciate con il grande corteo di Genova del 30 agosto.
Questo sentimento antimilitarista si sta diffondendo in tutta Europa e si lega a una profonda frustrazione accumulata dalla classe lavoratrice e dai giovani, che vedono un’impennata della spesa pubblica per la difesa mentre si fanno tagli draconiani all’istruzione, alla sanità, all’edilizia popolare come non si vedevano da almeno dieci anni a questa parte.
Si sta tornando alla fase precedente alla crisi greca del 2014, con politiche di lacrime e sangue per preparare una crescita abnorme della spesa militare.
La spesa militare globale ha raggiunto nel 2024 i 2.718 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato. È il decimo anno consecutivo di crescita e segna il più forte incremento annuale (+9,4%) dai tempi della Guerra Fredda.
Secondo il nuovo rapporto del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), oltre 100 paesi hanno aumentato il loro budget militare, portando il carico globale al 2,5% del PIL mondiale. Per quanto riguarda la spesa militare europea, questa ha raggiunto 693 miliardi di dollari, con un incremento del 17% rispetto al 2023 e alcune punte come la Germania (+28%, con un fondo straordinario di 100 miliardi di euro), Polonia (+31% e spesa al 4,2% del PIL) e Svezia (+34%).
Quando finirà? Non finirà mai se lasciamo le leve del comando in mano alla borghesia, in particolare alla lobby delle armi che sta facendo profitti d’oro.
Solo un’azione di massa può fermare l’escalation militarista.
- Espropriamo i mercanti di morte!
- Espropriamo le banche legate alle industrie belliche!
- Tutte le aziende nazionalizzate devono essere poste sotto il controllo dei lavoratori per la riconversione a scopi socialmente utili!
- Contro l’imperialismo e il militarismo! Stop alle guerre senza fine!
- Pace tra i popoli, guerra ai capitalisti!
- Se vuoi la pace lotta per il comunismo!