Irlanda – Per battere la destra serve la lotta di classe, non i “fronti larghi”

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Irlanda – Per battere la destra serve la lotta di classe, non i “fronti larghi”

di Andrea Patanè (Revolutionary Communists of Ireland)

Sabato 26 aprile, una grande manifestazione guidata dall’estrema destra ha attraversato i quartieri settentrionali di Dublino. La partecipazione è stata considerevole: le stime oscillano tra i 5mila e i 10mila. In effetti, è stata quattro o cinque volte più grande della precedente mobilitazione dell’estrema destra, che era stata la più cospicua fino a quel momento.

Diciamolo con chiarezza: il loro consenso è in crescita. Dall’altro lato della recinzione installata dalla polizia irlandese, i Gardaí, era situata la contro-manifestazione organizzata da Uniti Contro il Razzismo (United Against Racism, UAR) è stata anch’essa più partecipata del passato. Eppure, eravamo in inferiorità numerica.

Qualsiasi socialista, comunista e attivista sindacale onesto, chiunque comprenda i reali pericoli che l’estrema destra rappresenta per il movimento operaio, si sarà chiesto indubbiamente: com’è possibile che questi reazionari siano più di noi nelle strade di Dublino?

Questo articolo vuole essere un contributo amichevole a quella che crediamo sia una discussione necessaria e urgente, sulla scorta degli eventi dello scorso fine settimana [articolo pubblicato originariamente il primo maggio, sul sito della sezione irlandese dell’ICR, Ndt]; cioè una discussione rispetto alla nostra tattica nella lotta contro l’estrema destra.

Il fascismo nelle nostre strade?

La prima cosa da chiarire è la seguente: no, non si è trattato di una manifestazione di migliaia di fascisti che marciavano per O’Connell Street. L’Irlanda non è minacciata da un imminente colpo di mano fascista. Le esagerazioni a tal riguardo possono solo creare confusione.

Certo, a capo della manifestazione c’era uno zoccolo duro di ultra-reazionari, tra cui il simpatizzante nazista Justin Barret, l’ex militante dell’Official IRA trasformatosi in un guru anti-immigrazione Malachy Steenson, lo stupratore condannato e aspirante presidente Conor McGregor, ecc. Molti dei loro sostenitori sono essi stessi dei razzisti bigotti. E c’erano indubbiamente qualche centinaio di fascisti veri e propri nel mezzo della protesta. Ma sarebbe un errore affermare che ci fossero migliaia di razzisti incalliti o persino di fascisti nelle strade.

Quello che colpisce è il modo in cui l’estrema destra ha modellato la protesta. Mentre in sottofondo si udiva la versione di Sinéad O’Connor del brano Foggy Dew (la ballata che commemora la Rivolta di Pasqua del 1916) Steenson ha annunciato che si sarebbe trattato di una manifestazione per “ricordare coloro che diedero la propria vita per creare questa repubblica”, in “occasione del 109esimo anniversario della Rivolta di Pasqua”. Ha detto che la manifestazione si opponeva alla “politica del governo sugli alloggi, sulla sanità, sull’istruzione e su tutte queste politiche della diversità”. Ha fatto appello ad unirsi a “chiunque creda che questo paese sia governato nell’interesse di una minuscola minoranza”.

In sostanza, non hanno lanciato slogan razzisti o fascisti. Si sono ammantati delle tradizioni rivoluzionarie e repubblicane del popolo irlandese. Hanno sfruttato la rabbia reale riguardo alla condizione degli alloggi, della sanità e alla disuguaglianza. E avevano un messaggio combattivo contro l’establishment e contro il governo: “Riprendiamoci la nostra repubblica!”.

Da questo, ovviamente, sono passati a incolpare gli immigrati, parlando di “immigrazione di massa” e di “importare il Terzo Mondo”, puntando il dito sulla mancanza artificiale di alloggi, posti letto in ospedale e posti di lavoro di qualità che è insita nel capitalismo, e incolpando i migranti di sottrarli al popolo irlandese. Ma il loro slogan iniziale era più subdolo e vasto di un semplice appello contro l’immigrazione: hanno sfruttato la rabbia reale e legittima della classe operaia, per poi dirottarla su una linea reazionaria. È così che hanno mobilitato migliaia di persone.

Un giro sui social media dà la conferma di come si siano effettivamente presentati:

Questa è una protesta della gente di buon senso di centro-destra che ne ha abbastanza di essere cittadini di seconda classe per quanto riguarda la sanità, gli alloggi e il caro-vita.

Non ho sentito di nessuna protesta fascista che avrebbe luogo domani. Solo di una protesta di gente che manifesta la propria insoddisfazione nei confronti del governo.

Persino su un forum online di sinistra, un utente ha commentato: “Stavo per partecipare alla protesta finché non sono andato a vedere e mi sono accorto che era una manifestazione anti-immigrazione. Pensavo che fosse soltanto una commemorazione della Rivolta di Pasqua così come era stato detto.

Quante altre persone hanno partecipato per ragioni simili, trascinate dalle proprie tradizioni rivoluzionarie, dalla frustrazione nei confronti del governo e dall’illusione che si tratti di un movimento anti-sistema?

Certo, Barrett, McGregor, Steenson e compagnia non offrono nessuna reale soluzione alla classe lavoratrice. Ma la questione pressante rimane: chi altri sta offrendo al momento una reale alternativa di lotta contro il sistema?

La contro-manifestazione

La chiave per togliere ossigeno all’estrema destra è costruire un’alternativa realmente rivoluzionaria, una vera alternativa a sinistra contro il sistema, che smascheri la corruzione della classe dominante e le false credenziali anti-sistema della destra.

La contro-manifestazione ha mostrato che esiste tutto il potenziale per una simile alternativa. Anch’essa è stata numerosa, e i nostri compagni hanno notato un clima molto radicale nella grande maggioranza dei partecipanti.

Tuttavia, vorremmo esporre quelle che crediamo essere delle debolezze molto importanti, debolezze che pensiamo forniscano la risposta a questa domanda: perché l’estrema destra è stata in grado di mobilitare numeri maggiori della sinistra?

Quali erano i principali slogan della contro-manifestazione?

Due giorni prima della contro-manifestazione, l’unica dichiarazione di Uniti Contro il Razzismo (United Against Racism) rispetto alla mobilitazione era la seguente: “Quando vengono lasciati indisturbati, questi raduni dell’estrema destra diffondono la paura nelle nostre comunità. Tutti a Dublino meritano di sentirsi al sicuro e i benvenuti, da qualsiasi luogo provengano”.

Il problema è che questo è uno slogan con cui chiunque sarebbe d’accordo.

Il giorno stesso, sebbene ci fossero alcuni slogan che si opponevano al governo e al capitalismo, essi venivano lanciati solo da singoli individui o organizzazioni; per esempio un cartello che lo diceva molto bene: “L’unica minoranza che distrugge l’Irlanda sono i ricchi”, o i cori che abbiamo scandito noi: “La colpa è dei padroni e delle grandi immobiliari, non dei migranti”. Ma gli slogan più in vista della contro-manifestazione sono stati mantenuti i più generici e apolitici possibile. Non facevano appello alla rabbia di classe dei lavoratori per unirsi in una lotta contro i capitalisti, i grandi immobiliariti e il governo.

Avremmo dovuto essere noi a lanciare un messaggio combattivo che attaccasse prima di tutto il governo, la classe dominante e l’imperialismo, e poi attaccasse l’estrema destra, che si presenta come un lupo vestito da agnello, fingendo di opporsi al sistema, ma mettendo in realtà i membri della nostra classe gli uni contro gli altri, indebolendo la nostra capacità di lottare quella stessa classe dominante. Solo in questo modo possiamo isolare politicamente l’estrema destra.

James Connolly

Dopotutto, il 1916 [data della Rivolta di Pasqua, Ndt] è la nostra tradizione e il nostro orgoglio, non il loro. La repubblica per la quale Connolly [il leader della Rivolta di Pasqua, Ndt] lottava era la nostra repubblica, cioè una repubblica socialista. Furono la classe dominante e i nazionalisti piccolo-borghesi che tradirono quella lotta rivoluzionaria. Queste sono le stesse persone che oggi stanno trasformando la vita in incubo per i lavoratori e i giovani in Irlanda. È la nostra orgogliosa tradizione di una lotta contro tutti loro!

Il messaggio della contro-manifestazione non avrebbe dovuto essere “ognuno ha il diritto di sentirsi al sicuro”, ma avrebbe dovuto essere in favore della rivoluzione, della Repubblica Operaia di Connolly, della rinascita delle tradizioni rivoluzionarie della classe operaia irlandese e della necessità di combattere la classe dominante e l’estrema destra con la lotta di classe.

Questo avrebbe costituito un appello più ampio e sarebbe stato il primo passo per canalizzare la rabbia di classe che la destra al momento sta monopolizzando. Dopotutto, sebbene sia evidente che una destra ringalluzzita comporti minacce e aggressioni e faccia sentire molti insicuri, la classe dominante liberal dell’Irlanda, sempre gentile e sorridente, ha fatto sentire insicure milioni di persone (migranti o nativi) a causa delle sue politiche, che hanno lasciato decine di migliaia di persone a morire di freddo nelle strade, migliaia nelle liste di attesa e migliaia ancora che arrivano a malapena a fine mese.

Il nostro principale messaggio a coloro che erano alle manifestazioni di estrema destra è: siete stati ingannati. Pensate che i vostri leader siano contro il sistema, ma non lo sono.

È un errore pensare che abbassare il livello politico della manifestazione al minimo comune denominatore renda più facile diffondere il messaggio. Al contrario, questo serve solo a rafforzare l’estrema destra, che in questo vuoto politico può presentarsi come l’unica forza che si opponga all’establishment e offra un’alternativa di lotta.

Come mai abbiamo abbandonato il nostro messaggio rivoluzionario e lo abbiamo lasciato agli Steenson di questo mondo, che possono farsi belli con una sua versione contraffatta?

Sui “Fronti larghi”

Sfortunatamente, crediamo che non sia stata solo una svista, bensì una scelta cosciente che deriva da un errore politico di People Before Profit (PBP, che è la principale forza politica dietro UAR).

Per quanto possiamo lodare gli sforzi instancabili fatti dai compagni di PBP nell’organizzare la contro-manifestazione, crediamo che la politica di “fronte largo” del loro partito sia scorretta.

Nel tentativo di risultare appetibili alle forze cosiddette “progressiste” di Dublino, hanno finito per diluire il messaggio fondamentale della contro-manifestazione al punto che persino i Verdi o i laburisti avrebbero potuto sottoscriverlo.

E, in effetti, c’erano circa una dozzina di membri del Partito Laburista e dei Verdi al nostro fianco, la qual cosa sappiamo che è stata celebrata come un successo da alcuni degli organizzatori.

Se si fosse assunto un approccio più chiaro e combattivo di lotta di classe, sicuramente ciò avrebbe reso impossibile la partecipazione di una dozzina di membri di questi partiti traditori e pro-austerity. Ma la loro assenza sarebbe stata più che compensata dalla maggiore attrattiva che la contro-manifestazione avrebbe avuto tra i settori più radicali della nostra classe; in effetti la loro assenza avrebbe aggiunto attrattiva all’appello!

Questi sono i partiti che hanno applicato l’austerità e che hanno appoggiato Fine Gael e Fianna Fáil [partiti conservatori irlandesi, Ndt]! Che senso ha mescolarci con simili “progressisti”? Come possiamo rallegrarci del fatto di averli convinti a partecipare? Così, offriamo soltanto all’estrema destra dei facili argomenti.

Nel momento in cui quest’ultima diffonde slogan contro il governo e (apparentemente) contro il sistema, le basta poi puntare il dito contro di noi e dire: “Ah! Vedete, hanno i partiti di regime al loro fianco. Noi siamo l’unica forza realmente anti-sistema, non la sinistra”. A questo non possiamo rispondere, avevamo i partiti di regime al nostro fianco e un approccio più netto di lotta di classe li avrebbe esclusi.

Come per Sinn Féin (che è cresciuto in termini elettorali apparendo esso stesso anti-sistema, ma che ha visto le proprie credenziali anti-sistema logorarsi), se invece di annacquare il nostro messaggio per andargli incontro, avessimo innalzato una bandiera implacabilmente anti-capitalista, ciò avrebbe posto dinnanzi a loro chiaramente il dilemma: da che parte state?

Un messaggio rivoluzionario

Fra le fila della contro-manifestazione, c’era una sete evidente di una politica combattiva. La maggioranza dei partecipanti provenivano da settori freschi e non-organizzati dei lavoratori e della gioventù, pronti a combattere contro l’estrema destra e il capitalismo.

Sebbene i Comunisti Rivoluzionari d’Irlanda (Revolutionary Communists of Ireland, gruppo irlandese dell’ICR) fossero in un gruppo di solo una dozzina di compagni, siamo stati capaci di lanciare cori contro i padroni, le grandi aziende immobiliari, Fianna Fáil, Fine Gael e anche sulla necessità della rivoluzione. Su questi punti, si sono aggiunti a noi regolarmente numerosi manifestanti, che si sono raggruppati attorno a noi. Infatti, nonostante i numeri fossero inferiori a quelli della manifestazione di destra, l’energia e il clima della contro-manifestazione erano elettrizzanti.

Quello che serve è un messaggio rivoluzionario. Se ci distinguiamo chiaramente dai partiti di regime, e lottiamo per audaci rivendicazioni per la classe operaia, possiamo inserire un cuneo tra quei settori confusi dei lavoratori e quei reazionari anti-operai alla loro testa.

L’estrema destra è già profondamente divisa e logorata dai conflitti interni. Quello che serve è una lotta rivoluzionaria organizzata e combattiva contro il sistema capitalista, nel corso della quale verranno smascherati i falsi colori anti-sistema dell’estrema destra.

 

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