Il 25 aprile è rosso! L’intervento del PCR
30 Aprile 2025
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30 Aprile 2025
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25 Aprile a Trieste – Trasformiamo la rabbia in lotta!

di PCR Trieste

Anche quest’anno il 25 aprile a Trieste ha seguito un copione oramai tristemente consolidato negli ultimi anni: sbirri, sbirri e ancora sbirri.

Che fossero quelli con i manganelli alzati contro il corteo di Burjana (a cui va la nostra solidarietà), che fossero quelli in antisommossa schierati a difesa del sindaco o che fossero quelli con distintivo e walkie-talkie a contingentare l’ingresso alla Risiera, oramai il 25 aprile a Trieste si è trasformato nella festa dei poliziotti, alla quale gli antifascisti sono invitati solo se non fanno politica, se non hanno volantini, non indossano la kefiah e accettano di starsene zitti e buoni a fare da spettatori alla parata ingessata di politici, istituzioni e preti che va in scena dentro la Risiera.

Con anni di anticipo rispetto agli appelli patetici alla “sobrietà”, il 25 aprile a Trieste è stato trasformato in una data innocua e funerea, una liturgia noiosa nella quale l’inno cantato all’unisono dalle istituzioni, politici di ogni colore e preti di ogni religione è: spoliticizzare l’antifascismo e ridimensionare la portata rivoluzionaria della Resistenza partigiana a Trieste.

Meloni, Piantedosi e DiPiazza a tutto questo non apportano niente di innovativo, se non il gusto particolare per il manganello, lo scudo, il metal detector e la perquisizione fisica degli antifascisti, suggellando con lo stile tipico della destra reazionaria un percorso durato decenni di svuotamento di senso di una data che deve essere una data di festa, di lotta e di mobilitazione.

Il tentativo di rispondere alla crescente militarizzazione della piazza, messo in campo dal neo costituito Comitato 25 Aprile (CGIL e ANPI) ha funzionato, ma solamente a metà.

La partecipazione al corteo antifascista organizzato in risposta al rifiuto del Comune di concedere il patrocinio alla festa prevista per il pomeriggio, è stata importante, nonostante la pioggia.

Questo dimostra che uno spazio di mobilitazione c’è, ma la CGIL ha il dovere di fornire alle centinaia di antifascisti che può mobilitare una direzione diversa.

è il momento di rompere con le iniziative istituzionali della Risiera di San Sabba, di disertare il terreno che Comune e Questura ci costringono a battere, secondo le loro regole.

La rabbia e l’indignazione palpabile per le gestione scandalosa della Risiera, devono trasformarsi in uno sprone ad una mobilitazione che offra all’antifascismo giuliano un momento di organizzazione, discussione e lotta che ci permetta di riallacciare i fili con la memoria partigiana di questa città, una memoria che parla il linguaggio della solidarietà internazionale, della fratellanza italo-jugoslava, del sabotaggio, dell’organizzazione operaia e della lotta di classe contro l’oppressione e la guerra.

CGIL e ANPI smettere di illudersi che con questa Giunta e con questa destra di possa discutere e trattare, rompano ogni routine e usino la propria forza per portare i lavoratori e i giovani antifascisti di Trieste a sfilare con l’orgoglio delle proprie idee nelle vie del centro.

Sbirri, preti e politici hanno voluto prendersi la Risiera? Gli antifascisti si prendano la città!

 

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