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La lotta paga, i lavoratori Trasnova da oggi lo sanno con certezza

di Domenico Loffredo, RSA FIOM-CGIL Stellantis Pomigliano d’Arco

Sono oramai mesi che si parla insistentemente della crisi del comparto automotive e sapevamo che questa crisi si sarebbe concretizzata con dei licenziamenti a partire dall’indotto.

A Pomigliano ne avevamo già avuto un primo assaggio con la terziarizzazione dei 28 lavoratori FCA Services, all’interno di un processo di esternalizzazione più ampio.

Insomma, la più grande azienda italiana che produce auto è in grado in questi mesi di generare solo esuberi e ammortizzatori sociali, con piani industriali che somigliano più a piani di evacuazione.

In questo quadro, poco più di un mese fa è emersa la volontà da parte di Stellantis di disfarsi dei lavoratori della Trasnova, che insieme ai loro sodali di Logitech a Pomigliano si occupano della movimentazione vetture all’interno del sito G. B. Vico di Stellantis. Solo nel sito campano 104 lavoratori e complessivamente 317 lavoratori a livello nazionale al 31 dicembre 2024 si sarebbero ritrovati senza commessa: una vera e propria doccia fredda per i lavoratori.

Nelle prime settimane i lavoratori si sono visti improvvisamente catapultati in una dimensione che non gli era mai appartenuta. Da anni infatti avevano sempre lavorato, con tanto di straordinari. Vista la mole di lavoro le commesse venivano rinnovate di anno in anno senza nessuna preoccupazione. Nella politica di tagli e riduzioni di Stellantis, invece, si sono improvvisamente risvegliati in un incubo.

Lavoratori poco avvezzi alla lotta, hanno cominciato ad interrogarsi sul da farsi. I primi pacchetti di scioperi non sortivano gli effetti sperati, nonostante il sostegno fornito dalle RSA Fiom di Stellantis, che hanno proclamato due ore di sciopero di tutti i dipendenti in solidarietà con i lavoratori a rischio licenziamento. Per garantire le spedizioni, l’azienda ha deciso di comandare i lavoratori Stellantis a straordinario, cercando di insinuare la classica guerra tra poveri che la poteva vedeva unica vincitrice. Nelle intenzioni di Stellantis l’obiettivo ultimo era proprio quello di tagliare la commessa e far svolgere le stesse attività direttamente agli operai Stellantis.

È in questo momento che c’è stato un salto di qualità della lotta. I lavoratori Trasnova e Logitech hanno dato vita infatti ad un blocco totale delle merci che ha portato nel giro di 24 ore al fermo della produzione di Panda e Tonale per poi, nel proseguo del blocco, produrre uno stop anche dello stabilimento di Atessa.

I lunghi giorni al presidio hanno attirato l’attenzione di buona parte degli organi di stampa, delle forze politiche di opposizione, con un clamore che ha colto di sorpresa la dirigenza Stellantis, costretta ad un passo indietro sulla propria indisponibilità a sedersi al tavolo con Trasnova e sindacati.

L’incontro inizialmente previsto per il giorno 17 dicembre è stato presto anticipato al giorno 10. Nel mentre, nonostante il tentativo maldestro di Stellantis di trovare sotterfugi per far entrare al posto dei Tir piccoli furgoni e il maltempo che non dava tregua, al presidio cresceva la consapevolezza e la determinazione dei lavoratori Trasnova.

Resistere un minuto più del padrone era il mantra, e grazie anche alla solidarietà che si è stretta intorno a questi lavoratori da parte del territorio e al sostegno di delegati Fiom di varie aziende, dal 2 dicembre si è tenuto fermo il blocco fino al giorno 10, data dell’incontro al ministero.

La capitolazione aziendale è stata grossa, con la proroga della commessa per un altro anno, e di conseguenza il ritiro dei licenziamenti. Il protagonismo dei lavoratori ha dato un grande slancio alla lotta, rendendo possibile una sua vittoria, per quanto temporanea. Resta ovviamente una scia di preoccupazione su quel che verrà sia per Trasnova ma anche per le tante aziende dell’indotto Stellantis. Lo scenario che si prospetta, se non cambierà il piano industriale Stellantis, è molto pericoloso.

Ma una cosa di sicuro abbiamo imparato tutti da questa lotta: mai arrendersi e vendere cara la pelle paga, ora si tratta di farne tesoro e trasferirlo a tutte le lotte che si avranno nel prossimo futuro nel mondo dell’automotive. Se non credete alle mie parole, chiedete ai lavoratori Trasnova e ai tanti che in questi giorni in solidarietà sono stati al presidio, vi risponderanno: “Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso” e noi per ora abbiamo vinto.

 

 

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