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Il vuoto a sinistra non è solo la mancanza di una forte organizzazione. È anzitutto la mancanza di un programma politico che offra una prospettiva di reale cambiamento della condizione in cui viviamo e del funzionamento generale della società.
La limitatezza degli obiettivi proposti dalle attuali direzioni del movimento sindacale e studentesco è un attestato di subalternità alla visione della classe dominante e di sfiducia nella forza potenziale della classe lavoratrice; si arrendono ancora prima di combattere.
Il Partito Comunista Rivoluzionario, al contrario, pone al centro del proprio programma la battaglia intransigente per gli interessi della classe operaia, dei suoi figli e dei settori oppressi della società. Il nostro programma non è un elenco della spesa per chiedere un voto ogni cinque anni o una delega passiva, ma si potrà attuare solo attraverso la mobilitazione dei lavoratori e degli studenti. È un programma che chiama all’azione.
I punti che seguono sono la base che proponiamo a chi vuole organizzarsi per un’alternativa, e che avanziamo nei movimenti reali nei quali interveniamo.
No alla guerra imperialista. Pace fra i popoli, guerra ai capitalisti!
Assistiamo a un proliferare di guerre di cui non si vede la fine. Queste guerre non sono il frutto di follia individuale, ma della crisi generale del sistema, che porta le classi dominanti delle grandi potenze a una politica più aggressiva per conquistare mercati, sfere di influenza e materie prime senza alcuno scrupolo per le vite umane. Per i capitalisti la guerra è occasione di enormi profitti, ma la gente comune ha solo da perdere: viene mandata a morire sul fronte, muore sotto le bombe e, anche dove non è direttamente colpita, ne paga i costi con tagli ai servizi pubblici e impoverimento.
• Contro tutte le guerre imperialiste. Al fianco dei popoli oppressi, a partire dai palestinesi massacrati a Gaza. Lottiamo contro i governi a casa nostra che promuovono e sostengono le guerre!
• Fermare ogni sostegno a Israele e le forniture militare all’Ucraina. Taglio alle spese militari: i soldi vanno spesi per scuola e sanità.
• Esproprio dell’industria militare e sua riconversione a fini civili.
• Fuori l’Italia dalla NATO, chiusura delle basi NATO sul territorio italiano.
La ricchezza prodotta dai lavoratori deve andare ai lavoratori.
La concentrazione della ricchezza in poche mani non è mai stata così sfacciata nella storia dell’umanità. L’1% più ricco della popolazione mondiale ha più del 95% più povero. Ma nella nostra società la ricchezza è prodotta da chi lavora, non da chi ha ereditato capitali e sfrutta il lavoro altrui.
• Immediato innalzamento del livello di vita dei lavoratori. Salario minimo intercategoriale di 1.500 euro. Aumento automatico dei salari pari almeno all’inflazione (Scala Mobile dei salari).
• Contro sfruttamento e disoccupazione. Divisione del lavoro fra tutti tramite una riduzione dell’orario a parità di salario, a partire da 32 ore settimanali. Salario garantito ai disoccupati pari all’80% del salario minimo. Abolizione dei contratti precari, dal pacchetto Treu alla Legge 30 fino al Jobs Act. Contratto a tempo indeterminato per tutti. Abolizione delle agenzie interinali e loro sostituzione con uffici di collocamento pubblici. Internalizzazione dei lavoratori degli appalti.
• Abolizione della legge Fornero. In pensione con 35 anni di lavoro o 60 anni di età. Pensione pari all’80% dell’ultimo stipendio e comunque non inferiore al salario minimo.
• Basta regali pubblici ai grandi capitalisti! Nazionalizzazione senza indennizzo delle aziende che chiudono o licenziano. Ilva, Stellantis, Gkn, Ita Airways… La produzione deve essere garantita dallo Stato e gestita dai lavoratori.
Libri, non bombe. Per un’istruzione pubblica, gratuita, di massa e di qualità.
Valditara vuole tornare alla scuola pre-’68: i figli dei ricchi possono accedere a studi di qualità, i figli dei lavoratori imparino un mestiere e vadano a farsi sfruttare. Ha appena tagliato 500 milioni di euro all’università e altri 5.500 posti di lavoro nella scuola. Tutto sotto il controllo delle aziende private che entrano nelle amministrazioni di scuole e università. Noi rispondiamo: anche l’operaio vuole il figlio dottore!
• Raddoppio dei finanziamenti a scuola e università pubblica. Abolizione dell’autonomia scolastica e del contributo volontario: lo Stato deve farsi carico del finanziamento delle scuole. Piano straordinario per l’edilizia scolastica. Abolizione del PCTO (alternanza scuola-lavoro): laboratori formativi nelle scuole, no allo sfruttamento nelle aziende.
• No alla repressione. Abolizione del voto in condotta, organismi paritetici, diritto di assemblea e di riunione nelle scuole.
• Abolizione del numero chiuso all’università. Gratuità dell’iscrizione e dei servizi collaterali (mensa, trasporti, studentati), borse di studio garantite ed erogate davvero a chi ne ha bisogno.
Assistenza sanitaria di qualità.
Il Servizio Sanitario Nazionale, conquista storica dei lavoratori italiani, è ridotto allo sfascio. Dall’emergenza Covid non è cambiato niente, anzi è aumentata ancora di più la speculazione della sanità privata, che fa profitti miliardari su quello che dovrebbe essere un diritto di tutti. Chi ha i soldi trova una visita il giorno dopo, mentre 4,5 milioni di italiani rinunciano a curarsi per costi e liste d’attesa.
• Raddoppio dei finanziamenti alla sanità pubblica. Piano di assunzioni straordinario di medici, infermieri e OSS. Nazionalizzazione delle strutture sanitarie private con internalizzazione dei lavoratori. Abolizione del ticket: l’assistenza sanitaria deve essere gratuita, rapida e di alta qualità.
Una casa per tutti.
L’emergenza abitativa soprattutto nelle grandi città continua a peggiorare. Un milione e mezzo di famiglie vive in case sovraffollate o prive di servizi essenziali, i giovani non riescono ad avere una casa in cui vivere, ma le grandi immobiliari fanno profitti d’oro speculando su affitti e affitti brevi.
• Piano straordinario di edilizia pubblica. Nuovi alloggi popolari e ristrutturazione di quelli esistenti. Esproprio degli alloggi sfitti e del patrimonio delle grandi immobiliari. Ritorno all’equo canone.
Per la liberazione della donna e contro ogni oppressione.
Nonostante i diritti conquistati con le lotte degli anni ’70, la condizione delle donne è sempre più sacrificata. Esercitare il diritto all’aborto è un calvario quando non impossibile. Consultori e centri antiviolenza sono abbandonati a sé stessi e ai gruppi anti-abortisti viene dato libero accesso. Il lavoro domestico, di accudimento dei bambini e assistenza agli anziani cade addosso alle famiglie (e quindi, nella nostra società, quasi sempre alle donne) per il taglio dei servizi. E intanto proseguono le discriminazioni più becere contro le persone LGBT.
• Nessuna discriminazione fra uomo e donna. Pari salario per pari lavoro. Difesa ed estensione della legge 194, abolizione dell’obiezione di coscienza. Asili nido pubblici garantiti e assistenza agli anziani pubblica e di qualità su tutto il territorio. Socializzazione del lavoro domestico.
• Nessuna discriminazione contro le persone LGBT. Estensione del matrimonio alle persone dello stesso sesso. Diritto di adozione anche per coppie omosessuali e single.
Contro razzismo e repressione.
La Meloni fa deportare gli immigrati in Albania e li rinchiude nei CPR, veri e propri lager. Non solo è inumano, ma creare lavoratori clandestini imbarbarisce le condizioni di lavoro per tutti i lavoratori. E infatti il nuovo pacchetto sicurezza colpisce sia gli immigrati che i lavoratori in sciopero. Contro il razzismo alimentato dai padroni, serve una lotta unita di lavoratori italiani e immigrati.
• Abolizione del reato di immigrazione clandestina e della politica dei flussi, dei CPR e di tutte le leggi anti-immigrati. Frontiere aperte e permesso di soggiorno garantito agli immigrati. Cittadinanza a chi nasce in Italia e a chi ne faccia richiesta dopo tre anni di permanenza.
• Abolizione delle leggi repressive che colpiscono gli immigrati e chi lotta per i propri diritti, come i picchetti operai e le occupazioni scolastiche.
Abbattere il capitalismo per salvare il pianeta.
Le immagini di Valencia sono drammatiche. Tutti gli obiettivi per frenare il cambiamento climatico sono stati abbandonati. Il territorio è stato deturpato e cementificato. La messa in sicurezza non viene fatta.
• Esproprio delle grandi aziende energetiche e delle attività inquinanti, per un piano di riconversione energetica. No alle grandi opere speculative e distruttive per l’ambiente. Piano di riassetto idrogeologico per la messa in sicurezza del territorio. Tutto deve essere fatto sotto il controllo dei lavoratori e degli abitanti delle zone interessate.
Prendere in mano le leve dell’economia.
Ci viene sempre detto che non ci sono i soldi. Ma i soldi si trovano per la spesa militare, per pagare gli interessi sul debito pubblico ai fondi finanziari, finanziare le grandi aziende e tagliare le tasse ai ricchi. Ogni anno l’Italia paga 100 miliardi di euro per i soli interessi sul debito pubblico, quasi tutti a grandi speculatori: una cifra pari a tutta la spesa per l’istruzione pubblica. Le leve dell’economia vanno tolte dalle mani di questa élite di speculatori e devono passare nelle mani dei lavoratori.
• No al pagamento del debito pubblico tranne che ai piccoli risparmiatori.
• Nazionalizzazione del sistema bancario e assicurativo, delle maggiori aziende e infrastrutture per una gestione dell’economia pianificata sotto il controllo dei lavoratori. Siano rimborsati solo i piccoli azionisti.
La vera democrazia è la democrazia dei lavoratori.
È evidente a tutti che in questo sistema non esiste una vera democrazia. Nelle aziende decidono i padroni, nelle scuole i presidi e nell’apparato statale uno strato di funzionari privilegiati, con governi che rispondono agli interessi dei grandi capitalisti e ai diktat della Commissione Europea e della politica estera statunitense.
Una democrazia reale può essere solo una democrazia in cui siano i lavoratori a discutere e decidere direttamente, dove gli incarichi a ogni livello siano eleggibili e revocabili in ogni momento, perché rispondano alla volontà e al controllo della base. Nessun funzionario deve percepire uno stipendio superiore a quello di un operaio qualificato.
Questo intendiamo per nazionalizzazione sotto controllo dei lavoratori: non aziende pubbliche gestite da alti funzionari per gli interessi dei capitalisti, ma un’economica pianificata e gestita dai lavoratori, per gli interessi dei lavoratori.
L’internazionalismo.
È evidente che questo programma comporta la rottura con i trattati e i dettami dell’Unione Europea, i cui organismi si sono distinti per gli attacchi ai lavoratori, agli immigrati e per le politiche belliciste. L’alternativa non è rinchiudersi in una angusta visione nazionale: lottiamo per una prospettiva rivoluzionaria internazionale, che ai conflitti voluti dalle diverse classi dominanti sostituisca la collaborazione fra le classi lavoratrici dei diversi paesi. Al posto della UE capitalista, una Federazione Socialista d’Europa, parte di una federazione socialista mondiale.
Organizziamoci.
Oggi esistono le basi materiali per realizzare tutti i punti di questo programma. Ci sono nel mondo le necessarie risorse naturali, umane, scientifiche e produttive, a condizione che siano prese in mano dalla classe lavoratrice e fatte funzionare in modo razionale. Perché questo avvenga però è necessario che la prospettiva rivoluzionaria si affermi nel movimento operaio e giovanile. Per questo, a chi è d’accordo con questi punti, chiediamo di organizzarsi con noi, costruire il PCR, e portare questi punti nel movimento reale, nei collettivi, nelle organizzazioni sindacali.
Questo è il lavoro che non solo il PCR, ma l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria porta avanti in tutto il mondo, e a cui vi chiediamo di prendere parte.