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DDL sicurezza – Solo manette per chi protesta

di Federico Salmeri

Il governo Meloni torna all’offensiva! La Camera ha approvato il nuovo disegno di legge sulla sicurezza. Espressione lampante del marciume della democrazia borghese, questo decreto colpisce senza vergogna studenti, lavoratori e chiunque abbia intenzione di lottare per una società migliore. L’intenzione del governo è quella di reprimere qualunque forma di dissenso allo scopo di mantenere una parvenza di stabilità in un contesto, al contrario, di enorme instabilità a livello internazionale.

Il nuovo decreto è un chiaro attacco al diritto di manifestare. Il blocco stradale, che prima era considerato un illecito amministrativo, d’ora in poi potrà essere punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni. Piantedosi ha specificato che tale misura serve a contrastare non solo i blocchi stradali, ma anche gli scioperi e i picchetti di fronte ai luoghi di lavoro. È stata aggravata anche la pena per l’imbrattamento di beni o immobili pubblici “con la finalità di ledere l’onore, il prestigio o il decoro dell’istituzione cui il bene appartiene”. Il significato politico di questo provvedimento è evidente.

Tra i nuovi reati introdotti spicca per codardia quello di “resistenza passiva”, che punirà da 2 a 8 anni chi compie atti di resistenza pacifica durante la reclusione in carcere. La resistenza passiva sarà punita anche all’interno dei CPR: da 1 a 6 anni di reclusione per chi dirige l’atto di protesta e da 1 a 4 per chi vi partecipa.

Dulcis in fundo, nel Ddl è stata inserita un’altra misura a dir poco vile nei confronti degli immigrati, che non potranno acquistare schede SIM se privi del permesso di soggiorno.

Improvvisamente, dalle poltrone del centrosinistra si levano grida indignate. Rappresentanti di partiti come il PD e il Movimento 5 Stelle versano lacrime di coccodrillo e partecipano alle iniziative della CGIL contro il nuovo Ddl, ma fingono di avere la memoria corta. Conte, che oggi accusa il governo Meloni di alimentare un “clima repressivo” nel paese, dimentica che era a capo del governo quando veniva approvato il Decreto sicurezza di Salvini. Quello stesso decreto che prolungava i tempi di trattenimento all’interno dei CPR e che concedeva alla polizia locale maggiori poteri, munendo gli agenti di taser. Ironia della sorte, il decreto approvato da Conte e dai suoi amici progressisti già inaspriva le pene in caso di blocco stradale!

I lamenti provenienti dalle fila del PD sono ugualmente ipocriti se consideriamo che, durante il governo Conte bis, al quale il partito della Schlein partecipava, non fu fatto nulla per cancellare il Ddl Salvini. In sostanza, Meloni e i suoi lacchè stanno portando a compimento un decreto lasciato in eredità dai passati governi ai quali il centrosinistra partecipava, ma in salsa più reazionaria.

Questa mossa del governo Meloni, volta ad impedire qualunque tipo di contestazione contro governo e padroni, è un modo di correre ai ripari di fronte all’evidente clima di malcontento che dilaga nel paese. Per bloccare questo decreto reazionario non possiamo affidarci ai sedicenti progressisti che siedono in parlamento. L’unico modo per farlo è attraverso una mobilitazione di massa. Tutte le norme repressive che lorsignori approveranno, comunque, saranno spazzate via non appena i lavoratori entreranno in lotta.

 

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