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Ci hanno ripetuto fino allo sfinimento che la politica non deve entrare nelle scuole, che l’ideologia è un nemico da abbattere. Hanno provato a reprimere ogni forma di attività politica, persino censurando collettivi che “osavano” parlare del genocidio palestinese, bloccando volantinaggi e autogestioni.
Sotto il pretesto di un apoliticismo ipocrita, cercano in realtà di soffocare le libertà e i diritti degli studenti. Eppure, quando è il momento di diffondere l’ideologia reazionaria della classe dominante, non esitano a usare ogni mezzo, a partire dall’indottrinamento nelle scuole.
Patria, individualismo, proprietà privata, imprese: ecco le parole d’ordine del nuovo progetto scolastico del ministro Valditara.
L’ultima delle riforme classiste promosse dal ministro riguarda l’ora di educazione civica, una materia introdotta nel 2019 dal governo giallo-verde. Le 33 ore annuali dedicate a questa disciplina non sono aggiuntive, ma sottratte ad altre materie e verranno valutate in pagella, influenzando l’ammissione alla maturità e le bocciature.
L’obiettivo di Fratelli d’Italia è rafforzare valori come l’identità italiana, il patriottismo e il rispetto delle regole, con tanto di lavori socialmente utili e stigmatizzazione pubblica come metodi educativi. Esaltando il privato, in particolare le imprese, e l’individuo visto come un soggetto che opera solo nel proprio interesse, in un contesto di concorrenza sfrenata.
Se il ministro è così interessato a difendere la legalità, farebbe meglio a concentrarsi sui partiti di governo e sulla lunga lista di inquisiti per corruzione, voto di scambio, evasione fiscale e legami con la criminalità che ne fanno parte.
Si progettano classi con una maggioranza di alunni “italiani”, che verranno indottrinati sulla propria identità nazionale, ad esempio attraverso l’insegnamento dell’inno nazionale, mentre gli alunni “stranieri” dovranno essere “assimilati” ai valori della Costituzione italiana.
D’altronde Valditara già un anno fa spiegava in un’intervista che “l’umiliazione è un fattore fondamentale nella crescita della persona e della costruzione della personalità’’ e più di recente ha scritto che il compito del personale scolastico è quello di “addestrare” gli studenti al lavoro.
Ciò che vuole fare il governo è utilizzare la scuola per promuovere l’ideologia della destra. Tutto ciò è inaccettabile.
Anche il passaggio sull’insegnare il “rispetto verso le donne’’ sembra uscito da un giornale di destra degli anni ’20… ma del Novecento!
Non mancano i richiami alla “cultura del lavoro”, intesa come cultura d’impresa basata sull’iniziativa economica privata e sulla proprietà privata. D’altronde la riforma di Valditara degli istituti tecnico-professionali prevede anche percorsi educativi quadriennali che escludono l’accesso all’università per quei ragazzi considerati “annoiati dall’insegnamento”.
A tutto questo si aggiunge l’integrazione di esperienze extra-scolastiche, con tutor che coordinano i rapporti tra aziende e scuole, formando lavoratori su misura per le esigenze delle imprese del territorio. A quanto pare, le ore di alternanza scuola-lavoro per sfruttare gratuitamente manodopera minorile non bastavano: ora si dovranno accumulare 400 ore, a partire già dal secondo anno, con insegnanti sostituiti da personaggi provenienti da queste stesse aziende. Ancora una volta, la scuola viene subordinata agli interessi aziendali.
Il ministro Valditara vuole riportarci indietro di un secolo, accentuando la divisione di classe e razziale nelle aule italiane. Vuole far accomodare padroni e sfruttatori dietro le cattedre, mentre svende gli studenti, indottrinandoli a credere che il loro unico scopo nella vita sia diventare carne da cannone per l’economia e obbedienti nazionalisti, anche (e forse soprattutto) quando chi dirige la nazione sfrutta i lavoratori, supporta genocidi e guerre all’estero, fa morire persone nel Mediterraneo.
A questa ideologia reazionaria e bigotta dobbiamo contrapporre la voce degli studenti. È inaccettabile che ci venga negato il diritto di discutere di politica, di prendere posizioni chiare sui temi più urgenti nei giornalini scolastici, di distribuire volantini per promuovere iniziative politiche, cortei o programmi studenteschi, e di organizzare autogestioni.
Oggi è fondamentale lottare contro quei presidi reazionari che si allineano alle politiche governative. Dobbiamo rivendicare un’istruzione di qualità, laica e gratuita per tutti e, più in generale, opporci a questo governo reazionario e alla classe dominante che serve fedelmente, quella stessa classe che vuole mercificare le nostre vite.
La chiave per ottenere questo passa attraverso la lotta organizzata degli studenti. Se anche tu condividi questa visione e vuoi agire, contattaci e organizzati con noi.