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27 Maggio 2024di Adam Pal
Il 13 maggio, più di 500mila persone si sono riunite a Muzaffarabad, la capitale del cosiddetto Kashmir “Azad” (“libero”), la parte controllata dal Pakistan, per rivendicare elettricità e farina di grano a basso costo. La classe dominante del Kashmir “Azad” e del Pakistan, nonostante avesse precedentemente attaccato brutalmente i manifestanti, ha ora parzialmente accettato le richieste. Si tratta di una grande vittoria per le masse in questa parte del Kashmir, dove la gente protesta da più di un anno per ottenere quanto richiede. Questa vittoria ha sconvolto le stanze del potere.
Sono stati pubblicati avvisi pubblici dove vengono ridotti i prezzi dell’elettricità da un massimo di 35 rupie per unità abitativa fino ad un massimo di 6 rupie per unità abitativa per le utenze domestiche e 15 rupie per le attività commerciali mentre la farina di frumento passa da 3.100 rupie per 40 kg a 2.000. è stato anche promesso di prendere in considerazione altre rivendicazioni, inclusa la fine di tutte le prebende e privilegi per ministri e burocrati, il ripristino dei sindacati studenteschi e altro ancora.
Oltre a quelli presenti a Muzaffarabad, centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in ogni villaggio e città del Kashmir “Azad”, dove sono stati accolti con offerte di cibo e bevande fino a tarda notte, con slogan di protesta contro il governo e di sostegno al movimento.
Sebbene non ci sia stata la partecipazione di donne al corteo principale, esse hanno svolto un ruolo chiave nella mobilitazione del movimento. La maggior parte della raccolta di finanziamenti è stata organizzata e sostenuta dalle donne, che hanno anche organizzato raccolte di cibo, alloggio e altre forniture strategiche. Le donne hanno anche combattuto contro il corpo paramilitare dei Rangers quando hanno cercato di entrare a Muzaffarabad.
In effetti, quasi tutta la popolazione del Kashmir “Azad” è stata coinvolta nel movimento in un modo o nell’altro. C’era un clima di giubilo e di festa. Anche i media borghesi hanno dovuto scrivere che durante questa settimana nelle principali città non c’erano né amministrazione né polizia e che le masse controllavano tutto. Il potere era nelle mani del popolo e l’intero governo e l’amministrazione erano sospesi in aria. Ciò dimostra la vera forza del movimento di massa e il suo potere quando inizia a muoversi.
Una vittoria enorme
Si tratta di una grande vittoria per le masse in questa parte del Kashmir, dove la gente protesta da più di un anno per vedere esaudite le proprie rivendicazioni. Questa vittoria ha propagato la sua onda d’urto ai palazzi del potere a Muzaffarabad e Islamabad, con la classe dominante che ha subito un’amara sconfitta dopo che ha continuamente insultato i manifestanti per tutta la durata della lotta, ha usato la polizia e le forze di sicurezza per attaccarli brutalmente, imprigionarli e alla fine uccidendone tre, quando i Rangers hanno aperto il fuoco sui manifestanti a Muzaffarabad. Le masse del Kashmir non hanno fatto passi indietro nonostante tutti questi attacchi e hanno combattuto per i loro diritti fondamentali sotto la guida del Comitato di azione popolare unificato (Joint Awami Action Committee, JAAC).
L’11 maggio, dopo che numerose proteste con centinaia di migliaia di manifestanti non erano riuscite a ottenere concessioni da parte del governo, il JAAC ha lanciato un appello per una lunga marcia verso Muzaffarabad. Nell’ultimo anno, per portare avanti le proprie rivendicazioni, sono stati organizzate più di otto giornate di blocco totale, con blocchi dei trasporti e scioperi, oltre a diverse proteste a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone in tutto il Kashmir “Azad”. Sebbene nell’ultimo anno la maggior parte dei 4,5 milioni di abitanti di quest’area si sia rifiutata di pagare le bollette dell’elettricità, il movimento è continuato per arrivare a un accordo ufficiale.
Temendo la mobilitazione per questa lunga marcia, il 9 maggio la classe dominante ha iniziato i suoi attacchi, arrestando diversi manifestanti che a Mirpur stavano pianificando questa azione, tra cui anche Ubaid Zulfiqar, un giovane compagno della Tendenza Marxista Internazionale (TMI) e leader studentesco dell’Università di Mirpur. La polizia ha anche attaccato brutalmente i manifestanti nella città di Dudyal, vicino a Mirpur, sparando gas lacrimogeni che hanno ferito gravemente molte ragazze di una scuola vicina. Ciò ha fatto infuriare i manifestanti che sono accorsi a respingere la polizia, nonostante la sua brutalità. In questa battaglia, il vicecommissario locale è stato picchiato dai manifestanti e i suoi vestiti sono stati successivamente appesi all’incrocio principale della città.
Questo incidente ha portato immediatamente all’organizzazione di una giornata di blocco totale in tutto il Kashmir “Azad”, che è stata rispettata rigorosamente dalle masse. La direzione centrale dell’AAC ha condannato le brutalità della polizia e ha bloccato l’intero Kashmir “Azad”. Ma la direzione dell’AAC di Mirpur ha chiesto la fine del blocco per permettere alla gente di seguire l’appello alla lunga marcia, che veniva vista come una risposta adeguata all’attacco della classe dominante. In risposta, la leadership centrale dell’AAC ha posto fine al blocco e ha condiviso l’appello per la lunga marcia, una mossa che ancora una volta ha ricevuto una risposta schiacciante con centinaia di migliaia di persone che hanno iniziato a prepararsi per partecipare.
Il 10 maggio, un grande numero di manifestanti sono scesi in strada in tutte le città, da Muzaffarabad, Kotli fino a Rawlakot, per protestare contro la mano pesante dello Stato. Quel giorno si sono verificati molti altri scontri con la polizia e le forze di sicurezza, soprattutto a Muzaffarabad, dove è stato imposto lo stato di emergenza. Tuttavia, le masse hanno continuato le proteste. Sei manifestanti sono stati arrestati anche a Muzaffarabad.
Il governo del Kashmir “Azad” ha chiesto l’aiuto delle forze di polizia della vicina provincia del Punjab e di Pakhtunkhwa per mettere in atto la repressione, facendo infuriare ulteriormente la popolazione, dato che rappretava una chiara violazione della sovranità del Kashmir, che ha uno status separato ed è un territorio conteso tra il Pakistan e l’India.
La sera del 10 maggio si è creata un’atmosfera carica di tensione, in cui la classe dominante ha cercato di intimidire i manifestanti, per costringerli a rinunciare alla lunga marcia. A questo punto, la leadership dell’AAC ha annunciato che la lunga marcia si sarebbe svolta come previsto l’11 maggio e che tutti sarebbero diretti verso Muzaffarabad. A centinaia di migliaia si sono mobilitati in tutto il Kashmir “Azad” e hanno cominciato il loro viaggio verso Muzaffarabad, non direttamente, ma lungo percorsi tortuosi che coprivano ogni distretto. Nel frattempo, la polizia e le forze di sicurezza, al fine di far fallire la marcia, hanno posizionato in mezzo alla strada di questa zona montuosa alberi abbattuti, grandi rocce e pezzi di terreno montano.
Ma questi blocchi non erano nulla di fronte alla determinazione della popolazione, che aveva deciso di lottare fino all’ultimo per le proprie rivendicazioni. In molte zone, c’erano delle scavatrici alla testa della marcia e giovani e anziani si sono messi in viaggio, a piedi o in macchina, per raggiungere la loro destinazione.
La mattina dell’11 maggio tutte queste carovane, provenienti dai diversi distretti del Kashmir “Azad”, sono partite per raggiungere il distretto di Poonch. Hanno dovuto combattere la repressione statale, i blocchi stradali, le dure condizioni meteorologiche e altre difficoltà. Ma questi erano piccoli ostacoli di fronte al loro entusiasmo. La maggior parte di queste carovane ha raggiunto Rawalakot nel distretto di Poonch l’11 e il 12 maggio.
Ovunque queste carovane sono state accolte con calore e solidarietà di classe. In queste zone turistiche, tutti gli alberghi offrivano vitto e alloggio gratuitamente a ogni manifestante. Le persone aprivano le loro case ai partecipanti alla marcia e offrivano tutto ciò che avevano. E dopo averli accolti, si univano a loro, dirigendosi verso la tappa successiva.
Il 12 maggio la lunga marcia è partita da Rawalakot verso la sua destinazione finale: Muzaffarabad. Passando per Arja e Dhirkot nel distretto di Bagh, il corteo ha infine raggiunto Muzaffarabad il 13 maggio, momento in cui i manifestanti hanno superato i 500mila, mentre ancora in tanti si stavano dirigendo verso la capitale passando per piccole strade con scarse infrastrutture.
L’intero scenario di entusiasmo rivoluzionario, solidarietà di classe, sfida e determinazione, ha mandato forti onde d’urto ai vertici del potere. I governanti, che sputavano insulti alle masse e lanciavano minacce nei loro confronti, erano stati umiliati. Riuniti a Islamabad, sotto la guida del primo ministro pakistano Shahbaz Sharif, hanno annunciato che avrebbero accettato le principali rivendicazioni riguardanti elettricità e farina a basso costo.
Nel frattempo, erano in corso diversi tentativi volti a trasformare questa pacifica dimostrazione di audacia in violenza e spargimento di sangue. A questo scopo i Rangers, una nota forza paramilitare del Pakistan, hanno tentato di entrare a Muzaffarabad attraverso il ponte Kohala, cosa che i manifestanti hanno impedito bloccando loro l’ingresso. In un altro tentativo, i Rangers hanno tentato di entrare in città utilizzando un percorso meno utilizzato costituito da vicoli e strade strette. Ne è seguita una battaglia con la popolazione locale, comprese le donne, in cui i Rangers hanno aperto il fuoco, uccidendo almeno tre manifestanti e ferendone altri sei.
Questa è stata una notizia tremenda per le centinaia di migliaia di persone riunite a Muzaffarabad, una cosa che li ha fatti infuriare ulteriormente. Inoltre, i manifestanti hanno reagito negativamente al comunicato con cui il governo accettava solo le principali richieste, poiché non tutte le richieste venivano soddisfatte, e quindi la gente ha deciso di continuare la protesta.
Ma nonostante l’atmosfera tesa, i piani della classe dominante di incitare alla violenza ed etichettare l’intero raduno come “terroristi” e “agenti dell’India” sono stati sventati, poiché i partecipanti si sono dispersi pacificamente, nonostante avessero promesso sia di ottenere giustizia per i tre martiri uccisi dai Rangers che di continuare la lotta per le loro altre rivendicazioni.
Oggi migliaia di persone hanno partecipato ai funerali a Muzaffarabad e i corpi dei martiri sono stati sepolti. Uno dei principali leader dell’opposizione nel Kashmir “Azad”, Khwaja Farooq, ha cercato di essere al funerale ma è stato cacciato e non ha potuto partecipare. Ciò dimostra la rabbia delle masse verso tutti i partiti esistenti e i loro dirigenti.
La direzione centrale dell’AAC avrebbe potuto organizzare oggi una protesta per i martiri e chiedere la punizione immediata di tutti quelli coinvolti in questi omicidi, tra cui il Primo Ministro e altri leader del Kashmir “Azad” che hanno invitato i Rangers nel territorio. Ma la direzione ha mostrato debolezza su questo punto che deve essere affrontato. La rabbia tra le masse continua a crescere e chiedono un’azione contro i criminali che siedono nei palazzi del potere.
Nonostante tutto ciò, si tratta di un’enorme vittoria per le masse, non solo del Kashmir ma in tutta la regione. In Pakistan, la maggioranza della popolazione si trova ad affrontare un’inflazione senza precedenti, aumenti dei prezzi e disoccupazione. Tuttavia, nessun partito o gruppo politico fa appello a protestare su questi temi. Negli ultimi anni i prezzi dell’elettricità e del carburante sono aumentati più volte e un’unità di elettricità ora costa 70 rupie o anche di più a causa delle tasse sempre crescenti. Ma questa vittoria in Kashmir ha portato un’ondata di aria fresca in tutto il Pakistan. Tutti parlano di protestare per i propri diritti e di sfidare i diktat della classe dominante. L’atmosfera di abbattimento e demoralizzazione si è trasformata in una di sfida, con grandi proteste in programma per le prossime settimane.
L’intero movimento rivoluzionario di massa ha anche messo in luce l’impotenza e il degrado dei partiti politici esistenti, che sostenevano tutti l’élite al potere. La richiesta di un minimo di 3 rupie per unità di energia elettrica è stata considerata da questi partiti assurda, poco pratica e impossibile. La direzione del movimento è stata derisa e insultata per aver avanzato tali richieste “utopistiche”. Ma alla fine, queste rivendicazioni sembrano ora risibili considerando quanto di più avrebbe potuto essere ottenuto da un movimento così potente, compresa l’elettricità e la farina gratuite, se solo avesse avuto una migliore organizzazione.
Tutti i partiti politici esistenti nel Kashmir, compresi i partiti nazionalisti, si sono opposti a questo movimento fin dall’inizio e hanno utilizzato ogni tattica per non farlo decollare. Ecco perché la direzione del movimento ha dovuto chiarire che non possiamo fidarci di questi partiti e dei loro dirigenti e che per fare dei passi in avanti le masse devono fare affidamento solo su se stesse e sulle proprie organizzazioni. Questo è il motivo per cui tutti i tentativi di includere i leader dei diversi partiti, veri e propri parassiti, sono stati bloccati e ogni accenno volto a fare affidamento su tali traditori è stato immediatamente respinto dalla leadership del movimento.
Ora questa vittoria ha mandato lo stesso messaggio al Pakistan, dove è già stata denunciata la bancarotta dei partiti al potere, come il PML(N) e il PPP, così come dei partiti di opposizione come il PTI di Imran Khan. Nessuno di loro ha preso posizione contro l’imposizione di tasse regressive e aumenti dei prezzi. Questa vittoria aprirà la strada a nuovi movimenti e nuovi partiti nel prossimo periodo in Kashmir e nel Pakistan.
In effetti, questa vittoria è la più grande di tutta la regione a partire dalla storica battaglia del movimento dei contadini indiani contro Modi di qualche anno fa. La vittoria in questa parte del Kashmir invierà un messaggio di incoraggiamento non solo alle masse del Kashmir occupato dall’India, ma si estenderà ulteriormente, anche alla classe operaia indiana, anch’essa attaccata dal regime di Modi e ardentemente desiderosa di una lotta rivoluzionaria contro la brutalità della classe dominante indiana.
Le tattiche usate dalla classe dominante pakistana non sono diverse da quelle usate da quella indiana. Qui, la classe dominante ha etichettato i manifestanti come agenti indiani e ha affermato che volevano interrompere l’atmosfera pacifica per volere dello Stato indiano. Infatti, gli stessi agenti di polizia hanno affisso molti manifesti con bandiere indiane a Rawalakot e in altre città con lo scopo di incitare all’odio e rivolgere il sentimento dell’opinione pubblica contro il movimento. Ma in questa occasione non ha funzionato. Di fatto, ha fatto ulteriormente infuriare le masse, facendole scendere in strada in grande numero per ostacolare tutte queste manovre della classe dominante.
Durante il movimento degli agricoltori in India, Modi e i suoi agenti etichettarono gli agricoltori come agenti del Pakistan, dichiarando che erano contro la nazione, tutto questo per incitare l’odio dell’opinione pubblica contro il movimento. Ma non sono riusciti a spezzare l’unità dei contadini che si sono opposti con successo a tutte queste manovre per ottenere la vittoria finale.
Questo movimento ha riportato nell’arena politica la questione dei bisogni primari e dei mezzi di sussistenza, il che di per sé rappresenta un’altra sconfitta per la classe dominante. La classe dominante del Pakistan e del Kashmir ha sempre cercato di limitare la politica a questioni non legate a questi problemi, usando i sentimenti religiosi, l’odio nazionale e gli insulti personali nei confronti dell’opposizione. Ha sempre cercato di ignorare questioni basilari come il pane, l’aumento dei prezzi e la disoccupazione. I media seguono fedelmente questi dibattiti meschini, ignorando le questioni scottanti affrontate dalle masse.
Ma questo movimento ha messo ancora una volta i problemi reali all’ordine del giorno. Di questo movimento, prima sconosciuto ai più, ora si parla ovunque in Pakistan e ovunque la popolazione ne trae ispirazione. Alcuni hanno affermato che quest’anno la stagione estiva non ha portato le solite inondazioni dalle montagne, ma ha invece portato l’ispirazione del movimento di massa, che sta erodendo tutti i pregiudizi e le politiche del passato e dovunque passi, sparge i semi per nuove lotte.
Infine, l’intero processo è un duro colpo per i partiti nazionalisti della regione, che hanno sempre ignorato le questioni economiche, solo per giocare la carte dell’odio nazionalista, basandosi su un nazionalismo borghese obsoleto, chiaramente rifiutato dalle masse. Il movimento ha chiaramente messo in luce i limiti del sistema capitalista e il fallimento della classe dominante. Ha dimostrato l’enorme potenziale contenuto nel movimento delle masse e ha acceso la convinzione in ampi strati che un rovesciamento rivoluzionario di questo sistema è possibile, ed è l’unico che potrebbe porre fine all’oppressione nazionale del Kashmir. L’unica via da seguire è costruire un partito rivoluzionario e diffondere il messaggio che la ragione fondamentale di tutti i mali della società è il sistema capitalista, che deve essere rovesciato attraverso una rivoluzione socialista.
Comitati d’azione popolare
Una caratteristica importante di questo movimento è stato l’emergere in tutto il Kashmir “Azad” dei Comitati di azione popolare (AAC). Questi comitati non solo hanno creato una piattaforma alternativa ai partiti politici esistenti, ma hanno dato organizzazione e struttura al movimento. Alla fine il movimento ha ottenuto la vittoria solo grazie alla creazione per via democratica di questi comitati, attraverso i quali le masse hanno fatto le campagne e organizzato le diverse proteste e i blocchi.
Attraverso questi comitati è stato organizzato con successo, per più di un anno, il non pagamento delle bollette elettriche e si è resistito alla repressione statale e agli attacchi della polizia. In alcuni luoghi, questi comitati hanno agito come embrioni di una nuova struttura statale.
Nell’ultima settimana, quando gli attacchi brutali della polizia si sono intensificati dopo l’incidente di Dudyal, alcuni AAC hanno iniziato a organizzarsi come comitati di difesa, con i giovani che si sono organizzati per respingere gli attacchi e per difendere il movimento e la gente dalla repressione statale. Ciò è stato fondamentale anche per mantenere pacifica la marcia verso Muzaffarabad. Nonostante il coinvolgimento di centinaia di migliaia di persone, le proteste sono rimaste sicure nonostante gli attacchi di criminali e agenti di polizia provocatori, che miravano a interrompere la marcia e provocare le violenze.
L’impulso originale alla formazione di questi comitati d’azione è arrivato più di tre anni fa, quando i compagni della TMI hanno preso l’iniziativa di creare un simile comitato in un piccolo villaggio vicino a Rawlakot, durante un movimento contro la fine dei sussidi sulla farina. Nei mesi e negli anni successivi, questi comitati d’azione si sono diffusi in più villaggi, poi nel distretto di Poonch, incluso Rawlakot, e poi in altri distretti. Un anno fa, a Muzaffarabad è stato formato un comitato d’azione popolare unificato rappresentativo di tutti i 10 distretti, nel quale erano inclusi tre rappresentanti per ogni distretto.
Questo Comitato d’azione popolare unificato ha quindi avviato una campagna per ottenere energia elettrica e farina più a buon mercato, oltre ad altre rivendicazioni, e ha organizzato numerose manifestazioni e proteste, tra cui più di otto blocchi in tutto il Kashmir “Azad” e proteste attraverso il blocco dei trasporti. La maggior parte della popolazione del Kashmir “Azad” ha partecipato a queste azioni, alcune delle quali hanno radunato centinaia di migliaia di persone in diverse città e paesi, in protesta per avanzare le loro richieste.
In un altro significativo risultato storico, nell’ottobre dello scorso anno l’AAC ha annunciato una protesta riservata alle donne, la prima del suo genere nella storia di quest’area arretrata e conservatrice. Anche molti membri dell’AAC si sono opposti a tale idea, ma i compagni della TMI hanno combattuto una battaglia contro i pregiudizi reazionari nei confronti delle donne e si sono sforzati di organizzare le proteste.
I risultati hanno sorpreso anche gli stessi compagni, poiché migliaia di donne sono scese nelle strade di tutto il territorio, lanciando gli slogan più rivoluzionari mai sentiti in queste valli. Le donne, dalle adolescenti fino ad alcune ottantenni, sono uscite allo scoperto e hanno sfidato non solo la repressione statale, ma anche i pregiudizi di questa zona arretrata, dove alle donne non è nemmeno permesso di attraversare i principali bazar in un giorno normale e devono invece camminare attraverso stretti percorsi a loro riservati dietro i principali mercati. Ma in quel giorno, le donne hanno gridato slogan a gran voce e sono scese in gran numero sulle strade principali per esprimere la loro rabbia contro la classe dominante. Ciò ha cambiato l’intera dinamica del movimento e, lo stesso giorno, la classe dominante ha deciso di avviare negoziati con la direzione dell’AAC.
Il ruolo dei comunisti della TMI
I comunisti della TMI hanno svolto un ruolo chiave dall’inizio del movimento fino ad oggi. Come accennato in precedenza, il movimento è iniziato quasi tre anni fa in una piccola città vicino a Rawlakot con piccole proteste contro la fine dei sussidi per la farina, in cui i compagni della TMI hanno creato una nuova piattaforma, l’Awami Action Committee (AAC), per organizzare la protesta.
Un giovane compagno della TMI è stato eletto primo coordinatore dell’AAC e gli è stato affidato il compito di costruire questa piattaforma in altre città. Nei mesi successivi questo movimento è cresciuto e ha ottenuto il suo primo successo con il parziale ripristino dei sussidi per la farina. Attraverso il duro lavoro dei compagni e di altri attivisti, altri AAC sono stati creati in tutta la regione, portando alla formazione dell’AAC unificato.
Alla base di tutto ciò c’era l’analisi e la prospettiva della TMI in Pakistan che noi portiamo avanti ormai da quasi dieci anni. Abbiamo spiegato chiaramente che è emersa una situazione oggettiva completamente nuova, in cui le persone rifiutano sempre più tutti i partiti politici esistenti e cercano alternative.
Avevamo previsto la nascita di movimenti di massa nella regione e la necessità di costruire piattaforme per organizzare questi movimenti. Abbiamo anche previsto il fallimento delle istituzioni statali e il collasso dell’economia, cosa che ora è sotto gli occhi di tutti. I compagni della TMI non solo hanno sviluppato queste prospettive, ma hanno continuato a costruire le loro forze in Kashmir e Pakistan per intervenire nelle lotte future. Ciò ha dato alla TMI un’enorme autorità politica nel movimento.
In ogni momento cruciale, i compagni hanno presentato un’analisi concreta della situazione e hanno indicato la via da seguire. Hanno lottato contro tutte le manovre degli elementi reazionari che tentavano di sabotare il movimento dall’interno e dall’esterno. Di fatto, tutti i partiti politici, compresi i nazionalisti e la cosiddetta “sinistra”, consideravano l’AAC una minaccia alla loro egemonia politica. Hanno cercato di sabotarlo e di incanalare il movimento attraverso strutture politiche esistenti e alleate di questi partiti marci e altre manovre simili che si ripetono in continuazione.
Ma la chiarezza delle prospettive e dei metodi dei compagni ha sfidato queste manovre e ha difeso la formazione di una nuova piattaforma, in cui individui di qualsiasi partito potessero esprimere le loro opinioni senza pregiudizi e in cui tentare di convincere le masse, ma senza permettere loro di trarre in inganno il popolo attraverso dei sotterfugi. La natura democratica dell’AAC era detestata da questi leader che mantenevano una presa ferrea sui propri partiti, e avrebbero continuato a farlo anche se lasciati in minoranza.
Le prospettive della TMI hanno iniziato a materializzarsi dopo gli incidenti dell’agosto 2019, quando Modi, in seguito alla sua massiccia vittoria alle elezioni generali, ha posto fine allo status speciale del Kashmir occupato dall’India e ha modificato la costituzione indiana al servizio dei propri interessi. Ciò ha trasformato lo status quo nell’intera regione. È stata smascherata anche l’ipocrisia della classe dominante pakistana, poiché era chiaro a tutti che aveva tradito ancora una volta la causa della lotta per la liberazione del Kashmir.
In questo frangente, la TMI ha prodotto un’analisi concreta attraverso un nuovo libro intitolato “Kashmir: una soluzione socialista”, scritto da Yasir Irshad di Rawlakot. Il libro spiega non solo lo sviluppo di una nuova situazione nel Kashmir e nella regione, ma sostiene anche che solo una rivoluzione socialista può porre fine all’oppressione nazionale, non solo del Kashmir, ma di tutte le altre nazionalità oppresse della regione.
La TMI ha anche organizzato molte scuole marxiste di successo nel Kashmir, in cui la teoria marxista veniva discussa in dettaglio, inclusi argomenti come Il capitale, la rivoluzione russa e il materialismo dialettico. Tutto ciò ha preparato le forze comuniste del Kashmir a queste battaglie su un terreno solido, intervenendo in ogni occasione con tutta la loro forza e stabilendo la loro autorità politica.
Le prospettive e i metodi corretti della TMI ci hanno permesso di diventare un punto di riferimento rivoluzionario per le masse in lotta. I video dei compagni della TMI che lanciavano slogan e tenevano discorsi hanno raggiunto decine di migliaia di persone sui social media e i nostri slogan sono diventati popolari in tutto il movimento. Ogni compagno è diventato un faro di idee rivoluzionarie, che ha ispirato migliaia di persone a portare avanti la lotta.
Le prospettive corrette non solo hanno rafforzato l’autorità politica dei nostri compagni, ma hanno anche guidato loro e la direzione del movimento verso una migliore comprensione della situazione, il che significa che hanno potuto contrastare gli attacchi e le cospirazioni dei nostri nemici. Allo stesso modo, comprendere il reale carattere dell’AAC come piattaforma politica alternativa ha reso più facile difenderlo da coloro che cercavano di liquidarlo come fenomeno temporaneo e di sabotarlo. In effetti, la chiave per il successo della lotta è stata la corretta comprensione di tutto questo processo che si è svolto ad un livello enorme dato che ha coinvolto direttamente 4,5 milioni di persone, e senza questa comprensione il movimento avrebbe potuto essere sabotato in molte occasioni.
Più volte i compagni hanno anche fatto appello ai sindacati organizzati del Kashmir e del Pakistan affinché esprimessero la loro solidarietà con questo movimento, e hanno sempre insistito sul fatto che questo movimento alla fine dovrebbe collegarsi con la classe operaia dell’intera regione. Nella fase finale, il Red Workers Front (RWF, Fronte Rosso dei Lavoratori, la nostra organizzazione sindacale in Pakistan) ha inviato messaggi di solidarietà di vari leader sindacali da Lahore, Karachi e in altre aree, che hanno apertamente espresso solidarietà alle masse del Kashmir. Infatti, in una scuola di formazione sul socialismo organizzata dal RWF a Karachi nel dicembre dello scorso anno, è stato presentato un rapporto dettagliato sul movimento in Kashmir a centinaia di lavoratori, i quali hanno espresso la loro solidarietà. Ciò ha anche sollevato il morale del movimento.
Alla fine, sono state la volontà e la determinazione delle masse a combattere e a cambiare le loro vite e le loro condizioni che li ha condotti alla vittoria finale. Il potenziale rivoluzionario delle masse è stato confermato ancora una volta. Questo è un grande schiaffo in faccia a tutti gli intellettuali demoralizzati e abbattuti e alla cosiddetta “sinistra” che avevano perso ogni speranza in qualsiasi sviluppo rivoluzionario e dicevano apertamente alle masse che avrebbero dovuto accettare i dettami della classe dominante e che non lottano perché sempre destinati alla sconfitta.
In effetti, le masse hanno sorpreso con il loro coraggio e la loro determinazione anche gli elementi più ottimisti e rivoluzionari e hanno dimostrato di essere più rivoluzionarie dei rivoluzionari più avanzati.
Ora si apre una nuova situazione. La coscienza delle masse è stata trasformata da questa vittoria. L’equilibrio delle forze di classe è cambiato in modo significativo. La classe dominante tenterà di passare al contrattacco, ma questa vittoria darà forza alle masse ed esse resisteranno con più forza. Cercheranno non solo di mantenere l’equilibrio a loro favore, ma anche di fare pressione per ottenere ulteriori concessioni dalle élite.
Questa è una ricetta bella e pronta per l’intensificazione della lotta di classe nel prossimo periodo. La situazione sta già avendo un impatto sulla classe operaia pakistana e ha scosso l’intera società. Nel prossimo periodo, l’intera regione si muoverà nella direzione di grandi movimenti e sollevazioni rivoluzionarie che trasformeranno ulteriormente la situazione.
In questa situazione, i comunisti del Kashmir e del Pakistan vogliono fare passi avanti sotto la bandiera dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria e di lanciare nuove offensive sul fronte politico, di intervenire in questi movimenti per costruire il partito rivoluzionario e avanzare verso la rivoluzione socialista.
14 maggio 2024