USA – Lo UAW e la battaglia per il nuovo contratto
18 Settembre 2023Perché siamo comunisti
19 Settembre 2023Per la destra al potere l’origine di tutti i mali della pubblica istruzione è una sola: il ’68. Il ministro Valditara lo ha ribadito più volte: “Il ’68 ha portato anche il 6 politico, la promozione facile, tutto scontato e tutto semplice”; “L’eredità del ’68 è la negazione dell’autorità… Il distorto approccio culturale della liberazione da ogni limite ha creato le premesse per la degenerazione della scuola di cui oggi cogliamo i frutti”; “Il concetto sessantottino della scuola come liberazione da ogni vincolo… ha dato un duro colpo al merito, al rispetto del docente e al livello qualitativo della scuola”.
La destra contro il ’68
Qual è il motivo di tanto accanimento contro un movimento giovanile avvenuto più di cinquant’anni fa? Sono le conquiste che quel movimento ha ottenuto nella scuola e nell’università: un’istruzione di massa accessibile non solo ai rampolli delle élite, ma anche ai figli dei lavoratori, in cui “anche l’operaio vuole il figlio dottore”; il riconoscimento dei diritti democratici degli studenti all’interno delle scuole (assemblee, elezioni d’istituto, ecc.); gli studentati e le borse di studio per gli studenti delle famiglie più povere…
Oggi gran parte di queste conquiste sono state cancellate da anni e anni di controriforme della pubblica istruzione, di privatizzazione di scuole e università, ma qualcosa ancora rimane. L’obiettivo di Meloni, Valditara e soci è quello di finire il lavoro e tornare una volta per tutte alla vecchia scuola classista e autoritaria pre-’68, in cui solo una minoranza privilegiata ha diritto ad accedere all’istruzione alta e tutti gli altri possono andare a rischiare la pelle in Alternanza scuola-lavoro, in cui gli studenti stanno “al posto loro” e non protestano, in cui nelle scuole non si fa politica e via dicendo.
Se vogliamo fermare i progetti reazionari della destra, se vogliamo riprenderci tutti i diritti che ci hanno tolto negli ultimi anni, a partire dal diritto ad un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità, è necessario un nuovo ’68. Quel movimento aveva un carattere di massa e rivoluzionario: scosse dalle fondamenta non solo il mondo della scuola, ma il sistema capitalista nel suo complesso; riuscì a collegarsi alle lotte operaie dell’Autunno Caldo del 1969; aprì la strada ad un processo di radicalizzazione di milioni di persone, che diedero vita alla straordinaria stagione di lotte negli anni ’70; pose con forza l’alternativa del socialismo all’ordine del giorno. Di questo abbiamo bisogno anche oggi, nel contesto di crisi del capitalismo, devastazione della scuola pubblica, impoverimento di massa, crisi ambientale e guerra.
Il documento di ALT!
Le condizioni oggettive per uno sviluppo di questo tipo esistono. La rabbia e la volontà di cambiamento non mancano certo nelle scuole. Un settore crescente di giovani rifiuta il sistema esistente, la propaganda della classe dominante, la politica delle vecchie istituzioni borghesi, ed è alla ricerca di un’alternativa. Lo dimostrano la partecipazione di massa ai cortei dei Fridays For Future, le proteste contro l’Alternanza scuola-lavoro, la nascita di collettivi in una serie di scuole… Il vero problema è che nessuna delle organizzazioni studentesche esistenti è in grado di incanalare questo processo, di dargli forma compiuta e di mettere in campo una battaglia seria per portarlo fino in fondo.
Manca un’organizzazione in grado di unificare le mobilitazioni scollegate tra loro, di offrire un programma politico chiaro, di utilizzare metodi di lotta adeguati e di riscoprire le migliori tradizioni di lotta del movimento studentesco, che in gran parte sono andate perdute dopo anni di arretramenti. Il documento che proponiamo come ALT!, Contro la scuola classista – Un nuovo ’68, si pone l’ambizioso compito di gettare le basi politiche per colmare questa lacuna. In esso proviamo ad analizzare qual è la situazione della scuola oggi e come ci siamo arrivati, a individuare quali sono le parole d’ordine necessarie da portare avanti nel movimento, a capire quali sono i metodi organizzativi più efficaci e quali invece gli errori da non ripetere. Soprattutto cerchiamo di entrare nel merito di come concretamente si deve portare avanti l’attività politica all’interno delle singole scuole e università.
Insomma questo documento vuole essere la cassetta degli attrezzi per tutti quegli studenti che vogliono attivarsi politicamente e combattere non solo contro Valditara, ma anche contro la società classista che questo rappresenta.
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