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19 Novembre 2015Solo pochi mesi separano la pubblicazione di questo secondo numero del nuovo falcemartello dal primo, ma profondi sono stati gli sviluppi nella situazione mondiale che confermano il carattere turbolento del periodo in cui viviamo. Sull’analisi di alcuni di essi si concentreranno gli articoli della sezione “La nuova epoca”: la crisi della Borsa cinese che ha trasformato la Cina da traino a fardello per l’economia mondiale; i profondi cambiamenti della situazione politica greca, che con la capitolazione di Tsipras di fronte al ricatto della Troika vede, almeno per ora, un ripiegamento del meraviglioso movimento contro l’austerità che aveva toccato il suo apice attorno al referendum del 5 luglio; le elezioni catalane, in cui l’indipendentismo ha rappresentato un canale per l’espressione del malcontento nella società, soprattutto attraverso la crescita della sinistra anti-capitalista.
Il cuore di questo secondo numero di falcemartello, la sezione “Teoria e prassi”, lo dedichiamo, a 120 anni di distanza dalla sua scomparsa, a Friedrich Engels, il “co-fondatore del socialismo scientifico”, come lo definisce correttamente la targa di una delle piazze a lui intitolate qua e là per l’Europa da comuni di tradizione socialdemocratica o ex-stalinista. Ma a noi non interessano omaggi o commemorazioni formali per i quali bastano targhe o monumenti, ci poniamo invece l’obiettivo di far conoscere e comprendere le idee, inscindibili, di Marx ed Engels, idee che hanno rivoluzionato la storia della filosofia, ponendola per la prima volta nell’ottica di cambiare il mondo invece di “limitarsi a interpretarlo”. A questo fi ne ci avvarremo sia di testi classici dello stesso Engels, così come di Lenin e Trotskij, sia di articoli originali sui critici di Engels e della dialettica.
Il contributo del più stretto collaboratore di Marx allo sviluppo del metodo marxista è stato decisivo, a lui dobbiamo opere come l’Anti-Dühring, l’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, la Dialettica della natura… pietre miliari del materialismo dialettico e storico, il metodo di analisi che contraddistingue il marxismo. Applicando questo metodo alle scienze del suo tempo, Engels fu in grado di avanzare nella Dialettica della natura intuizioni che, nonostante apparissero controcorrente con le teorie allora in voga, furono poi corroborate da successive scoperte scientifiche. In questa rivista proponiamo un capitolo di quest’opera – La parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia –, che vanta un’eccezionale modernità nel descrivere quali furono gli elementi decisivi nel determinare il passaggio qualitativo nell’evoluzione dall’uomo alla scimmia, e che proponiamo in una traduzione riveduta e corretta a partire dall’originale tedesco.
Gli sviluppi scientifici dell’ultimo secolo hanno sempre più rivelato la validità del metodo dialettico. Per dirla proprio con Engels: “La dialettica è semplicemente la scienza delle leggi generali del moto e dello sviluppo della natura, della società umana e del pensiero” (Anti-Dühring). Eppure, proprio la validità della dialettica nei processi naturali è stata il punto principale su cui si è basata la critica alla fi gura di Engels da parte del filosofo ungherese Lukacs. Al di là dell’errore nel voler “epurare” il marxismo dal contributo Engels, quando tutto il sistema di pensiero sviluppato da lui e Marx rappresenta un complesso coerente, Lukacs è un esempio emblematico di un percorso che caratterizzò anche altri filosofi del cosiddetto “marxismo occidentale”. Da un’adesione formale al marxismo, questi approdarono alla negazione del materialismo e al rientro nell’alveo della filosofia idealista. Alcuni andarono anche oltre, abbandonando la prospettiva rivoluzionaria, come Marcuse, o addirittura abbracciando posizioni apertamente reazionarie, come Colletti. Conoscere queste parabole ripercorrendone i passaggi teorici è quindi utile a studiare la dialettica per comprenderne le implicazioni rivoluzionarie; per questo entreremo nel merito delle idee di Lukacs e dei filosofi della Scuola di Francoforte in due specifici articoli.
Non ci limiteremo però ad analizzare e criticare le idee di chi si è allontanato dalla dialettica e con essa dal marxismo, affronteremo i capisaldi della filosofia marxista anche da un punto di vista “positivo”. Oltre al già citato testo di Engels, mettiamo a disposizione alcuni testi di Lenin e Trotskij, non tutti di facile reperibilità. I fondamenti della filosofia marxista sono splendidamente sintetizzati nello scritto di Trotskij ABC della dialettica materialistica, mentre alla fi gura di Engels e alla sua importanza è dedicato il testo che Lenin scrisse in occasione della sua morte. I due testi di presentazione della rivista Sotto le bandiere del marxismo di Lenin e Trotskij mostrano l’importanza pratica del condurre una battaglia ideologica in difesa del materialismo e della dialettica, non come vuote etichette quali purtroppo diventarono con la degenerazione stalinista dell’Urss, ma come strumenti fondamentali per la costruzione del socialismo nei primi anni della Russia sovietica.
Un esempio di applicazione di materialismo storico e dialettico lo ritroveremo infine nell’ultima sezione, “Arte e rivoluzione”, con la prima parte di un testo di Alan Woods sul marxismo e l’arte (la cui versione integrale è disponibile sul sito marxismo.net), che spiega l’origine della comunicazione artistica e i suoi rapporti con gli altri ambiti della società da un punto di vista marxista.
La redazione, novembre 2015