Grecia – Bilancio e prospettive dello sciopero generale del 6 aprile
15 Aprile 2022Lenin e la corsa agli armamenti
19 Aprile 2022Comprendere il mondo per trasformarlo – Un bilancio dell’assemblea nazionale di Alziamo la testa
Più di un secolo fa Lenin si batteva per dimostrare che «senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario» e queste sue parole assumono un valore ancora più profondo oggi, in un’epoca in cui il capitalismo, nella sua fase di declino, propone idee e concezioni pessimistiche o, nella migliore delle ipotesi, molto confuse: il dovere di chi vuole cambiare il mondo è dunque oggi più che mai quello di formarsi a partire dalle idee autentiche del marxismo, l’unica sorgente di strumenti teorici e di metodi pratici che ancora oggi ci permette di osservare il mondo nelle sue continue trasformazioni e invita ad organizzarci per trasformarlo.
E’ sulla base di questa preziosa consapevolezza che si è svolta, il 9 e 10 aprile, la nostra entusiasmante Assemblea Nazionale, che ha riunito a Milano giovani e giovanissimi da tutt’Italia e ne ha coinvolti altrettanti grazie alla diretta sul nostro canale YouTube, ora fruibile anche in formato podcast su Spotify. L’assemblea ha suscitato una ventata di sano ottimismo nei compagni di tutte le città e ha avvicinato alla militanza attiva svariati giovani che iniziano a vedere nella Tendenza Marxista Internazionale l’organizzazione rivoluzionaria mondiale a cui unirsi per lottare contro un sistema, quello capitalista, che oggi non offre nient’altro se non inflazione e povertà, guerre e diseguaglianze.
La giornata di sabato 9 aprile si è svolta all’Università degli Studi di Milano, dove il lavoro costante e metodico del Gruppo di Studio Marxista permette agli studenti di confrontarsi con le idee del marxismo in assemblee e seminari. Proprio in questi giorni abbiamo terminato la raccolta firma per confermare il Gsm fra i gruppi ufficiali della Statale, trovando nuovi studenti interessati. Le discussioni su cui ci siamo concentrati nella prima parte della giornata sono di stringente attualità, connesse ai temi della guerra e di come i rivoluzionari debbano porsi verso i conflitti. La prima sessione è stata dedicata alla “Guerra in Ucraina e il nuovo disordine mondiale”: ormai da settimane si consuma un feroce conflitto interimperialistico sul suolo ucraino e il dovere dei marxisti, davanti a una campagna mediatica di martellante propaganda atlantista, è mettere il luce il ruolo reazionario di entrambe le parti, sia l’imperialismo regionale della Russia di Putin, sia quella dei paesi della Nato che, dietro la retorica degli aiuti umanitari, arma e finanzia il prolungamento di un conflitto sanguinoso per affermare la sua egemonia geopolitica ed economica sull’area. Mentre in Russia bisogna lottare contro il regime repressivo di Putin e invocare l’unità della classe lavoratrice russa con quella ucraina contro i rispettivi governi reazionari e guerrafondai e contro la morsa di tutti gli imperialismi, il nostro dovere qui è quello di attivarci prima di tutto contro la becera retorica militarista delle potenze occidentali, che ipocritamente parlano di pace ma investono sempre di più in armamenti, a scapito di settori chiave come istruzione e sanità, sempre messi all’ultimo posto. Il dovere dei marxisti è smascherare le calunnie di una propaganda ipocrita e lottare attivamente per un’alternativa rivoluzionaria, sulla base di un’analisi approfondita di quello che sta accadendo in Ucraina: ascolta la nostra discussione qui!
La seconda discussione è stata dedicata a “I marxisti e la guerra. L’internazionalismo proletario dai tempi di Marx fino ad oggi”: sotto il capitalismo, in particolar modo nella sua fase imperialista, la guerra è l’inevitabile «continuazione della politica con altri mezzi» ed è la conseguenza ineludibile dell’irrazionalità del sistema capitalista, sotto il quale le potenze imperialiste lottano per spartirsi il mondo sotto la loro influenza e per allargare l’orbita dei propri mercati. Ci stiamo dedicando ad una nuova traduzione italiana de “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo” di Lenin, pubblicazione adesso più che mai necessaria, che sarà disponibile da metà maggio. Abbiamo discusso di cosa siano le guerre e riaffermato che non saranno gli appelli ad un vuoto e astratto pacifismo a fermare i conflitti ma, per contrapporsi concretamente alla barbarie della guerra, è di estrema urgenza riaffermare i sani principi dell’internazionalismo proletario, alla base di tutta l’elaborazione di Marx ed Engels: solo la lotta congiunta della classe lavoratrice, della gioventù e degli oppressi di tutto il mondo contro il capitalismo può abbattere barriere e nazionalismi, a partire dalle lezioni della lotta di classe nei secoli che ci hanno proceduto. In un’epoca di crisi del capitalismo e di accelerazione dello scontro tra vecchie e nuove potenze imperialistiche, come quello tra Usa e Cina, saranno sempre più all’ordine del giorno i conflitti: se le guerre sono state il duro banco di prova delle organizzazioni internazionali dei lavoratori nel secolo scorso, un’organizzazione rivoluzionaria seria deve partire dall’analisi da come il movimento operaio di sia posto davanti a questo tema nei passaggi più importanti della storia. Ti invitiamo a riascoltare la nostra ricca discussione qui!
La giornata di sabato si è conclusa con una entusiasmante discussione su “Il movimento studentesco dal ’68 al ’77. Quali lezioni?”: per chi come noi si attiva ogni giorno a partire dalla costruzione di collettivi nelle scuola e nelle manifestazioni della gioventù di tutto il mondo è di fondamentale importanza guardare alle esperienze delle fasi più accese delle lotte giovanili nella storia del nostro Paese. L’attivismo anticapitalista e l’unione delle lotte con la classe lavoratrice sono le principali lezioni del movimento studentesco del Sessantotto, di cui ammiriamo l’entusiasmo e la tenacia rivoluzionaria ma di cui, per impostare secondo i metodi più sani e più corretti il nostro lavoro, dobbiamo anche riconoscere i limiti, in particolare lo spontaneismo e l’incomprensione del ruolo delle organizzazioni di massa, da parte dei gruppi più radicali sviluppatisi in quella fase. Siamo oggi in una fase in cui un settore importante della gioventù di tutto il mondo sta tornando ad attivarsi, a scendere nelle piazze per manifestare e a cercare risposte politiche ai propri problemi: i militanti rivoluzionari devono poter comprendere dalle esperienze di lotta del passato pregi e limiti, devono avere tutti gli strumenti per coinvolgere i giovani e i giovanissimi alla nostra lotta contro un sistema che non può dare una stabilità o un futuro, se non di precarietà e disoccupazione. Ascolta la nostra discussione qui e unisciti alla nostra lotta!
La discussione di domenica 10 aprile è stata incentrata su “Lo stalinismo oggi. Zig-zag tra settarismo e adattamento alla borghesia”: nella ricca introduzione del compagno Alessandro Giardiello sono stati ripercorsi gli zig-zag dell’Internazionale comunista dopo la stalinizzazione, dalla tattica estremista del terzo periodo, che ha permesso la presa del potere da parte di Hitler, alla linea dei “fronti popolari” negli anni ‘30 in Spagna e Francia, che subordinava i comunisti alle borghesie nazionali, tattica che distrusse le forze comuniste anche nelle rivoluzioni dei paesi ex coloniali. L’idea del “socialismo in un paese solo”, sempre negata dal partito bolscevico, espresse l’abbandono dell’idea della rivoluzione mondiale, in favore dell’attenzione solo per la posizione materiale della burocrazia stalinista. Le compagne e i compagni delle varie sezioni italiane hanno integrato approfondendo le esperienze della Rivoluzione Cinese degli anni Venti e di quella Spagnola degli anni Trenta. In una fase in cui un settore di giovane si orienta alla storia del movimento comunista e alcune organizzazioni giovanili si richiamano allo stalinismo, è necessario studiare con rigore e discutere con franchezza gli errori dello stalinismo, per evitare che possano portare allo stesso esito fallimentare le lotte del future, ed è necessario riscoprire il genuino bolscevismo del partito di Lenin e Trotskij. Questa discussione, che si può riascoltare qui.
Come ha chiarito la compagna Noemi nelle conclusioni di questa fantastica due giorni (“Costruire la Tendenza Marxista Internazionale!”), il capitalismo è un sistema mondiale, di conseguenza non può non essere internazionale la risposta di un’organizzazione rivoluzionaria: la Tmi è attiva in più di quaranta paesi nel mondo ed è porta avanti un lavoro costante nelle scuole, nelle università, nei posti di lavoro e nelle piazze di tutto il mondo per organizzare i settori più coscienti della gioventù e della classe lavoratrice contro la barbarie del capitalismo. Non solo nei movimenti internazionali della gioventù in cui interveniamo, come Black Lives Matter o Fridays for Future, ma anche nelle battaglie di ogni giorno nelle scuole e sui posti di lavoro. Come Alziamo la Testa e Sinistra Classe Rivoluzione, lanciamo un appello ad aderire alla nostra Tendenza e ad unirsi alla nostra lotta a chiunque abbia ben chiaro il dilemma della nostra epoca, “socialismo o barbarie”!