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Kenya – Ruto fa marcia indietro di fronte alla forza delle masse

Pubblichiamo questo articolo scritto una settimana fa, dopo il passo indietro del Presidente kenyano rispetto alla manovra finanziaria. In questi sette giorni le proteste non sono affatto scemate e settori sempre più ampi di lavoratori e giovani chiedono le dimissioni di Ruto. Seguite il nostro sito per gli aggiornamenti sulla situazione insurrezionale nel paese africano.

 

di Josh Holroyd

In un discorso pronunciato oggi [26 giugno, Ndt], il presidente del Kenya, William Ruto, ha annunciato che non firmerà la Manovra finanziaria, approvata ieri in parlamento, nel contesto di un movimento insurrezionale delle masse keniote.

Circondato dai deputati, Ruto ha spiegato che l’odiata manovra tornerà in parlamento, dove gli stessi che ieri la hanno approvata con 195 voti contro 106 sarebbero, a quanto pare, bendisposte a bocciarla di punto in bianco.

Meno di 24 ore dopo aver descritto i manifestanti come “criminali”, oggi Ruto ha utilizzato un tono molto più conciliante, dichiarando: “Prestando ascolto al popolo keniota che dice di non volere avere nulla a che fare con questa manovra, faccio un passo indietro”.

Ruto ha proposto “un impegno con i giovani della nostra nazione ad ascoltare le loro istanze e a trovare un accordo con essi su ciò che li preoccupa maggiormente”, invece che affrontarli con i proiettili dei fucili, come aveva provato a fare prima.

La forza delle masse

Questo brusco dietrofront rappresenta un aperto riconoscimento della forza delle masse, che hanno protestato in tutto il paese, sfidando i proiettili della polizia e lasciando il regime, di fatto, sospeso a mezz’aria.

Dopo aver ucciso e arrestato i manifestanti (centinaia secondo alcuni resoconti) e aver minacciato di chiedere l’intervento dell’esercito per ripristinare l’“ordine”, Ruto ha fatto una svolta improvvisa in direzione di concessioni e di un negoziato. Questo avviene per il semplice motivo che non è in grado di schiacciare il movimento con la forza e che persistere nel tentativo di proseguire per quella strada avrebbe prodotto fratture e ammutinamenti all’interno dei ranghi dell’esercito.

Non è possibile esagerare la portata di questo fatto. L’intero apparato repressivo dello Stato è incapace di schiacciare le masse quando si sollevano e si mobilitano per prendere in mano il proprio destino. Perciò, esse devono continuare la loro mobilitazione!

Ruto deve andarsene!

Le promesse di Ruto non sono nient’altro che un tentativo di guadagnare tempo. Egli spera che facendo ritornare la manovra in parlamento riuscirà a convincere la gioventù keniota a tornare a casa e, a quel punto, si affiderà nuovamente alla repressione, questa volta per strangolare il movimento definitivamente. Tuttavia, questa cinica manovra è stata immediatamente compresa dalle masse.

È successo spesso nella storia che le concessioni hanno soltanto dato coraggio ai movimenti rivoluzionari. Pochi minuti dopo la fine del discorso di Ruto, i social sono stati inondati di post sprezzanti da parte dei manifestanti, che definivano Ruto un bugiardo che non rispetterà mai le proprie promesse di ritirare la manovra. Questo è assolutamente corretto: le masse non devono tornare a casa, bensì rimanere vigili e non abbassare la guardia.

E anche se la manovra venisse ritirata, questo passo indietro sarebbe troppo poco e arriverebbe troppo tardi. Ancora circolano i video che mostrano le azioni orribili e brutali della polizia contro i manifestanti.

Il Gruppo di Lavoro per le Riforme della Polizia [Police Reforms Working Group, PRWG] del Kenya ha registrato 23 morti causate dai proiettili della polizia a livello nazionale, oltre che 50 arresti, 22 sequestri e più di 300 feriti. Il PRWG ha anche ricevuto rapporti secondo i quali “la polizia ha sparato a numerose persone a Githurai, a Nairobi – a una delle quali per più di 40 volte – tra le dieci di sera e l’una di notte, dopo che la protesta era già terminata”.

Come ha scritto qualcuno in un post su X: “Non dimenticheremo mai, mai e poi mai”, mentre un altro profilo ha postato un’immagine di un corpo sanguinante, coperto dalla bandiera del Kenya, con la didascalia: “Caro Presidente Ruto, non si tratta più solo della Manovra Finanziaria”.

Gli hashtag #RutoMustGo [#RutoDeveAndarsene] e #RevolutionNoworNever [#RivoluzioneOraoMaiPiù] si stanno diffondendo al fianco di #RejectFinanceBill2024 [#RitirarelaManovraFinanziaria2024] e si è anche lanciato lo slogan “Occupare la State House” [il palazzo presidenziale, Ndt]. Senza dubbio, Ruto avrà preparato un jet privato di emergenza, nel caso in cui il suo “impegno” con i giovani non vada secondo i piani.

La condanna dell’establishment

Inoltre, il movimento non ha preso di mira soltanto Ruto e i suoi amici parlamentari. I vertici dell’establishment religioso sono stati anch’essi criticati per il proprio tacito appoggio a Ruto, alla Manovra finanziaria e alla scandalosa repressione scatenata contro i manifestanti.

Come ha scritto una persona su X: “Ruto verrà ricordato nella storia come un tiranno e un oppressore appoggiato DALLA CHIESA.”

L’establishment religioso gode di una grande influenza sulla politica keniota e quando il movimento per il ritiro della Manovra finanziaria ha cominciato a crescere, i privilegi e la corruzione dei vescovi e di altre cariche ecclesiastiche, che contrastano con le condizioni di vita miserabili della maggioranza della popolazione, sono stati esplicitamente chiamati in causa.

Oltre alla Chiesa, il più grande fornitore di connessione internet del Kenya, Safaricom, si è trovato sotto attacco per aver interrotto l’accesso a internet proprio nel momento in cui la polizia ha cominciato ad aprire il fuoco sui manifestanti fuori dall’edificio del parlamento. Secondo Safaricom, questa sciagurata interruzione è stata causata da una “riduzione della larghezza di banda di alcuni cavi che veicolano il traffico web”. Tuttavia, altri fornitori, come Airtel, risultavano funzionanti.

 

[Ruto sarà ricordato nella storia come un tiranno e un oppressore che ha goduto dell’appoggio DELLA CHIESA. E il problema è che la Chiesa non ha riconosciuto il suo ruolo in tutto questo.]
 

Nella coscienza di molti giovani kenioti, i legami tra i propri leader politici, la Chiesa e il grande capitale sono evidenti e davanti agli occhi di tutti. Tutti costoro si sono arricchiti sulle spalle delle masse keniote e tutti hanno interesse a sparare sui kenioti se questi osano insorgere contro la propria oppressione. Non è solo Ruto, è l’intero establishment corrotto che deve essere spazzato via!

Austerità

Bisogna aggiungere che, se anche la Manovra Finanziaria venisse ritirata e se Ruto si dimettesse, come molti chiedono, sebbene questa sarebbe una vittoria per il movimento, ciò non migliorerebbe, a conti fatti, le condizioni che devono affrontare le masse keniote.

L’enorme debito del paese di 80 miliardi di dollari (circa il 75% del PIL) continuerà ad essere detenuto da un pugno di banche estere e di istituzioni imperialiste come la Banca Mondiale e il FMI. Il deficit di bilancio del governo, che corrisponde secondo le stime a 200 miliardi di scellini kenioti, rimarrà anch’esso e qualsiasi governo che continui a rispettare il sistema capitalista dovrà trovare un modo per colmare quel buco, o alzando nuovamente le tasse in futuro o con tagli alla spesa e austerità.

Ruto ha effettivamente indicato che è questo il programma quando ha detto, “dobbiamo vivere nel limite delle nostre possibilità”. Ciò significa che in qualche modo le masse keniote dovranno pagare per la crisi del capitalismo, per proteggere i profitti delle banche estere e la ricchezza trafugata dall’élite dominante in Kenya.

L’unico modo per uscire da questa crisi prodotta dal capitalismo è quello di mettere al potere un governo rivoluzionario che rifiuti il debito imperialista, espropri le grandi aziende e il capitale straniero e pianifichi la produzione democraticamente nell’interesse di tutti i kenioti. Nessuno di questi “porci parlamentari” o dei partiti in parlamento ha la minima intenzione di soddisfare questa esigenza, meno di tutti Raila Odinga e la sua coalizione Azimio, che fanno parte esattamente della stessa classe dominante corrotta cui appartiene Ruto.

La strada da seguire

Lo Stato è stato costretto a una ritirata temporanea. Adesso è ora che il movimento rivoluzionario avanzi!

La convocazione di una “marcia di un milione di persone” per domani (giovedì 27 giugno) è assolutamente corretta. Gli organizzatori hanno fatto appello a tutti coloro che vivono intorno a Nairobi a bloccare tutte le strade che portano alla città. Considerando la dimensione delle mobilitazioni della scorsa settimana, la marcia di domani potrebbe paralizzare l’intero paese.

Gli eventi degli ultimi giorni hanno mostrato alle masse che esse hanno il potere di rovesciare questo governo e di spazzare via il marcio capitalismo keniota nella sua interezza, se si mobilitano con questo scopo. I lavoratori, i giovani e le masse impoverite del Kenya dovrebbero ricevere l’appoggio di tutti i comunisti del mondo.

Abbasso Ruto!

Abbasso il capitalismo!

 

26 giugno 2024

 

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